Il caso di Piazza di Spagna e del “primo” McDonald’s d’Italia

L’apertura dello storico McDonald’s di Piazza di Spagna è stata segnata da polemiche e tensioni, per alcuni l’ingresso del fast food era un affronto alla patria del buon cibo.
Quando McDonald’s arrivò a Piazza di Spagna: storia e polemiche del primo fast food americano in Italia.
L’apertura del primo McDonald’s d’Italia in Piazza di Spagna segnò un momento cruciale nella storia del rapporto tra tradizione gastronomica italiana e globalizzazione commerciale. Siamo alla fine degli anni Ottanta, nel cuore di Roma, in uno dei luoghi simbolo del patrimonio artistico e culturale nazionale. L’ingresso del colosso americano del fast food in uno scenario così fortemente connotato suscitò reazioni contrastanti e accese polemiche. Per molti, l’arrivo degli hamburger e delle patatine fritte a pochi passi dalla Scalinata di Trinità dei Monti rappresentò un autentico affronto alla patria della cucina mediterranea, alla terra della pasta, del pane e dell’olio d’oliva. Le contestazioni non riguardavano soltanto l’aspetto gastronomico, ma anche la difesa dell’identità urbana e culturale di una città storica come Roma, da sempre custode di un patrimonio architettonico e artistico senza pari. L’apertura del fast food fu percepita come un simbolo tangibile della penetrazione dei modelli consumistici americani in un contesto che per molti avrebbe dovuto restare immune a certi fenomeni. Piazza di Spagna, con la sua eleganza settecentesca, i palazzi storici e le boutique d’alta moda, sembrava infatti il luogo meno adatto ad accogliere un’insegna luminosa tipica delle periferie statunitensi. Eppure, nonostante le proteste e le tensioni iniziali, quel McDonald’s ha finito per diventare parte del paesaggio urbano e sociale della Capitale, testimoniando la forza e la complessità dei processi di trasformazione globale. Il caso di Piazza di Spagna resta emblematico non solo per essere stato il punto di partenza della diffusione del marchio in Italia, ma anche per il dibattito che ha generato su identità, consumo, modernità e tutela del patrimonio. Un episodio che ancora oggi, a distanza di decenni, continua a far riflettere su come cambiano le città e su quali valori esse decidano di preservare o trasformare.

McDonald’s in Piazza di Spagna
1937, Arcadia, California. Due fratelli decidono di investire in un chiosco di hot dog e nessuno poteva immaginare che avrebbero rivoluzionato il mondo del fast food. Gli affari andavano a gonfie vele e a distanza di 3 anni, nel 1940, aprirono il loro primo ristorante a San Berardino, California. Quei due ragazzi erano Dick e Mac McDonald, due fratelli destinati a esportare il loro cognome in tutto il mondo. Il marchio in poco tempo attraversò l’oceano e prese piede anche in Europa, nel 1986 arrivò a Roma ma non fu amore a prima vista.

McDonald’s in Piazza di Spagna
A metà degli anni ’80 erano già più di cinquecento i punti vendita del colosso americano sparsi per il vecchio continente, erano presenti in gran parte delle città più importanti d’Europa e quando, nel 1986, i McDonald decisero di fare il loro ingresso a Roma l’opinione pubblica si divise duramente. L’azienda Statunitense aveva individuato Piazza di Spagna come primo quartier generale e l’apertura di questo nuovo “ristorante” diede vita a tensioni e polemiche tra i cittadini, da un lato si schieravano orde di indignati, intellettuali e uomini e donne dello spettacolo che volevano difendere il Bel Paese dal cibo spazzatura.
Tra le fila della fazione opposta, invece, cresceva l’interesse e la curiosità per il fast food. Le tensioni nate intorno al Mc di Roma sembravano non trovare pace tanto che nacque un movimento di protesta per difendere la tradizione culinaria mediterranea. L’ingresso del fast food era considerato un affronto per la patria del buon cibo, i romani temevano una colonizzazione alimentare e con fermezza ribadivano il loro rifiuto ad aprire le porte a cibi che denigrassero le eccellenze italiane. A capeggiare questa rivolta c’erano volti noti come Claudio Villa e Renzo Arbore, ma anche lo stilista Valentino, (tra l’altro il suo atelier era molto vicino al McDonald’s di Spagna) tutti pronti a difendere non solo la qualità alimentare italiana ma anche Piazza di Spagna da sempre considerata il centro culturale e sociale della città.
Nonostante gli sforzi questo gruppo di conservatori dovette arrendersi, il McDonald s’ha da fare. Il colosso americano tagliò il nastro del suo primo punto vendita italiano e registrò più di 4mila visite durante l’inaugurazione. Sintesi della giornata: una vetrina rotta, non dai rivoltosi ma dall’entusiasmo dei presenti, e cinquanta milioni d’incasso. Quei sentimenti di protesta appassirono e i Mc in Italia si moltiplicarono rapidamente, già alla fine degli anni ’90 erano un centinaio, poi 300 nel 2000 e più di 400 nel 2010.
Nonostante la targa del McDonald’s di Piazza Di Spagna riporti “Il primo ristorante McDonald’s in ITALIA apre il 20 Marzo 1986 a Roma” questo primato sembrerebbe non spettare alla capitale. Il 15 ottobre 1985 venne inaugurato a Bolzano nella piazza Walther von der Vogelweide il primo vero mc italiano, chiuso poi nel 1999, ma considerando che gli americani avevano deciso di investire a Piazza Di Spagna già negli anni ’70 quello di Roma viene considerato il pioniere dei fast food griffato dai fratelli americani.

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