Odonomastica romana. L’origine di via delle Convertite

Odonomastica romana. L’origine di via delle Convertite. L’odonomastica romana, ossia lo studio dei nomi delle strade e delle vie della città eterna, rivela molto di più di semplici etichette di passaggio: attraverso di essa possiamo risalire alle vicende storiche, alle
Odonomastica romana. L’origine di via delle Convertite.
L’odonomastica romana, ossia lo studio dei nomi delle strade e delle vie della città eterna, rivela molto di più di semplici etichette di passaggio: attraverso di essa possiamo risalire alle vicende storiche, alle tradizioni, alle trasformazioni sociali e alle vicende culturali che hanno plasmato Roma nel corso dei secoli. Ogni nome, infatti, è come un piccolo frammento di memoria collettiva, un’indicazione sulla storia di un quartiere, di un edificio o di un evento che si è radicato nel tessuto urbano. In questa nostra rubrica, dedicata appunto all’odonomastica romana, ci soffermiamo oggi su un nome particolare e ricco di significato: quello di “via delle Convertite”. Questa strada, situata nel cuore pulsante della città, a pochi passi da via del Corso e che si apre direttamente in piazza S. Silvestro, rappresenta un esempio emblematico di come i nomi delle vie siano strettamente connessi alle vicende sociali e religiose di Roma. La via delle Convertite si distingue per la sua storia affascinante e per il suo legame con le vicende delle donne che, in epoche passate, si trovavano in situazioni di marginalità o di conversione religiosa. Il suo nome evoca infatti un passato fatto di mutamenti spirituali, di redenzioni e di trasformazioni di vita, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria della città. Percorrendo questa strada si può quindi non solo ammirare la sua bellezza e la sua posizione strategica, ma anche immergersi in un racconto che risale a secoli di storia, fatta di persone e di vicende che hanno contribuito a definire l’identità di Roma. La conoscenza dell’origine di via delle Convertite ci permette di apprezzare ancora di più il valore simbolico e storico di questa via, rendendola non solo un semplice passaggio, ma un vero e proprio testimone vivente delle profonde trasformazioni che hanno attraversato la capitale nel corso del tempo.

Odonomastica romana, via Delle Convertite
La via si riferisce a quello che un tempo era il convento di Santa Maria Maddalena delle convertite in origine chiesa di S. Lucia della Colonna. In questo luogo, nel Rinascimento, per volere di Leone X, venivano accolte cortigiane aristocratiche e prostitute pentite, che decidevano di lasciare la vita precedente per dedicarsi alla clausura e per questo furono soprannominate dai romani come “le Maddalene penitenti”.
La sua costruzione la dobbiamo alla Confraternita di San Girolamo della Carità, al cardinale Giulio de’ Medici e fu inaugurato canonicamente da papa Leone X nel 1520.
Dopo un incendio che devastò il convento nel 1617, l’edificio fu ricostruito dal cardinale Pietro Aldobrandini e da papa Paolo V.
Le donne venivano retribuite per 50 scudi al giorno: un mantenimento voluto da Clemente VIII in cambio della cessione di un quinto dei loro beni. Nel 1800 a Ponte Milvio esisteva una piccola edicola, ora scomparsa, dove si raccoglieva l’elemosina destinata a queste donne in una cassetta con la scritta “per le povere Convertite”.
Successivamente le attività del monastero furono spostate in quella che è oggi via della Penitenza a Trastevere.
Attualmente il monastero e la chiesa non sono più esistenti e la zona adiacenta a via delle convertite è occupata da Palazzo Marignoli, costruito nel 1878. In questo momento vi troviamo un Apple Store, ma fu anche sede del caffè Aragno, punto di riferimento per artisti e letterati fino al 2014.
Un’altra particolarità sottolineata dallo storico Costantino Maes in “Curiosità romane” del 1885 e da Benedetto Blasi (quest’ultimo autore del testo “Stradario romano” del 1933) è la presenza di una strada non troppo distante che prende il nome di via della Vite. In questo luogo, un tempo posto verde in campagna, vivevano le prostitute nello stesso periodo di quelle di via delle convertite. Infatti via della Vite nel 1500 per volere di Pio V Ghislieri, fu assegnata all’”Ortaccio”, il ghetto delle meretrici nel Rione Campo Marzio.
È interessante che le vie si trovino a 200 metri l’una dall’altra e che percorrerle comporti soltanto spendere 3 minuti: sembra il tracciato filosofico del confine esistente tra azione e ravvedimento, orgoglio e pregiudizio.
Attualmente entrambi gli indirizzi sono luoghi estremamente lussuosi della Capitale, caratterizzati da negozi di abbigliamento, ristoranti chic, hotel costosi.
foto credits:
Google Maps
la lupa, Wikipedia

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