Roma, i volontari delle colonie feline in difficoltà: “Fondi esauriti, gatti a rischio”

Le colonie feline di Roma lanciano l'allarme: le risorse sono finite e i gatti sono in pericolo. "Farmaci e vaccinazioni sono a nostre spese, il cibo fornito dal Comune non è sufficiente," spiegano i volontari, che affrontano una corsa contro il tempo e numerosi ostacoli burocratici senza alcun sostegno finanziario. Poiché le colonie non sono associazioni formalmente costituite, non possono ricevere il 5xmille, lasciando tutto il peso economico sulle spalle dei volontari, prevalentemente donne.
Roma, i volontari delle colonie feline in difficoltà: “Fondi esauriti, gatti a rischio”.
Le colonie feline di Roma lanciano l’allarme: le risorse sono finite e i gatti sono in pericolo. “Farmaci e vaccinazioni sono a nostre spese, il cibo fornito dal Comune non è sufficiente,” spiegano i volontari, che affrontano una corsa contro il tempo e numerosi ostacoli burocratici senza alcun sostegno finanziario. Poiché le colonie non sono associazioni formalmente costituite, non possono ricevere il 5xmille, lasciando tutto il peso economico sulle spalle dei volontari, prevalentemente donne.
Pare di essere ritornati all’ntico “Non c’è trippa per gatti”. Il Comune fornisce cibo una volta all’anno e le sterilizzazioni sono a carico delle ASL, ma gli appuntamenti sono pochi. I volontari devono quindi sostenere anche le spese per farmaci e vaccinazioni, ricorrendo a raccolte di cibo e collette per far fronte alle necessità.
“Ci sentiamo sole,” dice Mariana, 49 anni, che da sei anni si occupa dei gatti nei giardini di Piazza Vittorio, aiutando la tutor ufficiale. “Ho un secondo lavoro per mantenere la colonia di circa trenta gatti, altri quindici li tengo a casa. Il cibo fornito dal Comune non lo mangiano, preferisco comprare prodotti di qualità per evitare malattie e costi veterinari.” Mariana segnala anche problemi di sicurezza nell’area: “Di notte persone senza fissa dimora entrano nel giardino, lasciando rifiuti e siringhe. Facciamo turni dalle 8 alle 22 per impedire l’abbandono di gatti, soprattutto cuccioli.”
Per ricevere il 5xmille, le colonie dovrebbero diventare associazioni con partita IVA, ma i costi sono proibitivi per chi lavora solo per passione. Dall’altra parte della città, Stefania Volponi si occupa di circa ottanta gatti negli studios di Cinecittà dal 2015. “Tutte le spese sono a carico delle colonie. Il cibo del Comune dura solo due mesi e ottenere sterilizzazioni dall’ASL è difficile. Inoltre, i cani di un clochard hanno ucciso cinque gatti. Abbiamo chiamato le Guardie Zoofile, che hanno presentato un esposto.”
Marzia Pacella, tutor della colonia felina alla Piramide dal 1984, si considera fortunata: “Riceviamo aiuti da privati e siamo una associazione che può usufruire del 5xmille. Le sterilizzazioni sono gestite efficacemente grazie ai veterinari convenzionati con l’ASLRm1.” Tuttavia, Pacella sottolinea la necessità di ridurre l’IVA sui farmaci veterinari e creare una rete di assistenza sanitaria per gli animali su tutto il territorio.
Ilaria Riccitelli, presidente di Enpa Roma, spiega: “A Muratella c’è solo una sala per l’ambulatorio dei gatti, l’altra è ancora chiusa. Le sterilizzazioni assicurate dalle ASL sono poche e siamo sommersi dalle richieste di colonie e privati indigenti.” Enpa ha un ambulatorio sociale a Fiumicino che effettua mille sterilizzazioni all’anno a prezzi accessibili.
L’associazione Asta, che gestisce l’Oasi Felina di Porta Portese per conto del Comune, offre sterilizzazioni gratuite per gli indigenti, visite mediche, e progetti di assistenza per animali anziani. “Abbiamo 206 gatti e ogni mese accogliamo una media di 20 nuovi gatti abbandonati,” dice Susanna Celsi, presidente di Asta.
Il Comune ha recentemente pubblicato un bando di gara da 6,7 milioni di euro per trovare strutture autorizzate ad accogliere, curare e far adottare cani e gatti che non possono essere ospitati nelle strutture comunali, con assistenza prevista per 350 cani e 700 gatti.

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