Lo sapevate? Lucio Dalla visse a Vicolo del Buco a Trastevere

L’artista bolognese era profondamente legato a Roma, per la quale dedicò la bellissima canzone “La sera dei miracoli”, scritta a Vicolo del buco, stradina che vi invitiamo anche a conoscere per la sua particolare origine toponomastica.
Lo sapevate? Lucio Dalla visse a Vicolo del Buco a Trastevere.
L’artista bolognese era profondamente legato a Roma, per la quale dedicò la bellissima canzone “La sera dei miracoli”, scritta a Vicolo del buco, stradina che vi invitiamo anche a conoscere per la sua particolare origine toponomastica.

Vicolo Del Buco
In una delle stradine più suggestive e misteriose di Roma, con un nome che evoca immediatamente curiosità, visse il grande cantautore romano Lucio Dalla, nel cuore del rione Trastevere.
Nato a Bologna, Dalla fu uno degli artisti più amati e innovativi della musica italiana ed ha avuto un legame profondo la Capitale, città che ha ispirato e segnato molte delle sue opere.
Abbiamo pubblicato diversi articoli sui vicoli di Trastevere, famosa per le sue trattorie, le piazze pittoresche e le strette viuzze in una città di contrasti e misteri.
L’appartamento di Lucio Dalla si trovava al civico 7, vicino alla chiesa di Santa Maria della Luce e l’artista vi si rifugiava per scrivere, comporre e meditare.
Sul palazzo possiamo leggere una scritta su una targa a lui intitolata: “In questa casa ha vissuto Lucio Dalla (1943-2012) protagonista della musica italiana.
Alla fine vi sono anche alcuni versi della canzone “La sera dei miracoli” che scrisse proprio in questa casa. Un testo che andrebbe ascoltato proprio passeggiando dopo le 19:00 per questi vicoli, facendo attenzione alle singole parole del testo, interamente dedicato a Roma:
“È la sera dei miracoli, fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Con la bocca fa a pezzi una canzone
È la sera dei cani che parlano tra di loro
Della luna che sta per cadere
E la gente corre nelle piazze per andare a vedere
Questa sera così dolce che si potrebbe bere
Da passare in centomila in uno stadio
Una sera così strana e profonda che lo dice anche la radio
Anzi la manda in onda
Tanto nera da sporcare le lenzuola
È l’ora dei miracoli che mi confonde
Mi sembra di sentire il rumore di una nave sulle onde
Si muove la città
Con le piazze e i giardini e la gente nei bar
Galleggia e se ne va
Anche senza corrente camminerà
Ma questa sera vola
Le sue vele sulle case sono mille lenzuola
Ci sono anche i delinquenti
Non bisogna avere paura ma stare un poco attenti
A due a due gli innamorati
Sciolgono le vele come i pirati
E in mezzo a questo mare
Cercherò di scoprire quale stella sei
Perché mi perderei
Se dovessi capire che stanotte non ci sei
È la notte dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Ha scritto una canzone
Lontano una luce diventa sempre più grande
Nella notte che sta per finire
È la nave che fa ritorno
Per portarci a dormire.”
Non possiamo inoltre non interrogarci sul significato toponomastico di questo vicolo per cui esistono diverse versioni. Una di queste attribuisce l’origine ad una rientranza in un edificio della via che qualcuno ha immaginato essere un “osservatorio” segreto da cui si poteva spiare l’interno di un antico palazzo aristocratico o una chiesa vicina.
Altre leggende affermano che il buco fosse il punto di accesso per qualche tipo di associazione o setta segreta, un canale attraverso cui entravano e uscivano senza essere visti.

Vicolo Del Buco
Teorie meno suggestive affermano che il nome è semplicemente dovuto alle dimensioni ridotte del vicolo o ad una vecchia osteria del passato denominata “Antica Villetta”, nota per essere piuttosto piccola e stretta.
Esiste poi anche l’ipotesi che il “buco” possa essere stato in realtà una metafora per il lato nascosto della città: quello invisibile ed esoterico che per secoli ha svolto una funzione importante nel mantenimento di segreti e misteri in una città come Roma, che ha visto passare imperatori, papi, artisti e rivoluzioni.
Credit foto:
Foto Lucio Dalla, Wikipedia Commons
Foto Vicolo del Buco, Rita Chessa

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