Macellazione pubblica: tra ritualità e sopravvivenza a Roma

L'orrore della morte come raccapricciante momento di raccoglimento in una Roma ricca di macellerie sin dall'antichità.
Macellazione pubblica: tra ritualità e sopravvivenza a Roma.
L’orrore della morte come raccapricciante momento di raccoglimento in una Roma ricca di macellerie sin dall’antichità.
Molte pratiche della Roma antica, con la sua struttura sociale complessa e le sue tradizioni millenarie, oggi sembrerebbero impensabili. Tuttavia all’epoca costituivano momenti di grande importanza, con accezione spesso rituale. Uno di questi era la controversa usanza della “macellazione pubblica” che avveniva spesso in prossimità di una cavea, gradinate dove si accalcavano i cittadini romani per assistere agli spettacoli teatrali o altre manifestazioni come corse dei carri e le ancora più agghiaccianti esecuzioni pubbliche.
Dopo l’uccisione, la carne veniva esposta, acquistata e consumata.
La gestione del settore della carne ha avuto un impatto significativo sulla vita cittadina, sulla salute pubblica e sull’economia.
Uno dei “macellum” (mercato delle carni) più importanti fu quello di Augusto presso l’Esquilino nel 40 a.C. un’altro si trovava nel Celio ed il terzo nei pressi del Foro.
A Roma si indicava il macellaio con il termine “lanius” (colui che fa a pezzi, da cui deriva il termine “dilaniare”), ma aveva anche altre denominazioni.
Oltre alle pratiche eccezionali sul palco, vi erano macelli sparsi per la città e l’abbattimento degli animali spesso costituiva un diversivo, al punto che questi continuarono per tutto il Medioevo, anch’esso noto per anche per le torture e le uccisioni dei condannati a morte su patibolo come spettacolo intimidatorio.

Mucche
La morte esposta, sia umana che animale, prendeva la forma di macabro intrattenimento e atto di condivisione. La mattanza ha assunto nelle diverse epoche e in quasi tutte le culture un momento significativo strettamente correlato alla sopravvivenza e non è un caso che l’estremo sacrificio sia strettamente correlato con le diverse religioni (vedi a tal proposito le uccisioni rituali fino alla religione cristiana con il sacrificio dell’anello di Dio/Cristo).
È con il 1825 che assistiamo all’avvento, a Piazza del Popolo, del primo strutturato stabilimento di macellazione. La decisione avvenne per opera di Papa Leone XII, il quale cercò di contenere il numero di macellerie sparse per la città, rischiosa fonte di malattie e fu imposta la verifica del bestiame a visita veterinaria.
Nel 1888 arrivò il mattatoio di Testaccio, al quale abbiamo dedicato un articolo su Vistanet, che vi invitiamo di leggere, così come il pezzo dei “maiali rotolanti”, altro esempio di esecuzione pubblica di animali a Roma.
L’attuale riflessione antispecista e vegana, offre una possibile alternativa all’evoluzione umana, dove viene contenuto il principio “mors tua vita mea”.

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