Santa Cecilia, la scultura della decapitata protettrice dei musicisti

Nel cuore di Trastevere, in una teca al centro di una delle chiese più affascinanti e ricche di storia, la scultura di Santa Cecilia è un’opera suggestiva e mistica dell'arte barocca.
Santa Cecilia, la scultura della decapitata protettrice dei musicisti.
Un capolavoro di Stefano Maderno del 1600 rappresenta Santa Cecilia nel momento della morte.
Candida, da secoli giace con un taglio sul collo e la posizione contorta di chi è crollato in un sonno perpetuo, con la testa girata per la decapitazione, tre dita della mano destra a indicare la Trinità, un dito della sinistra rivolto verso Dio.

La statua decapitata
Nel cuore di Trastevere, in una teca al centro di una delle chiese più affascinanti e ricche di storia, la scultura di Santa Cecilia è un’opera suggestiva e mistica dell’arte barocca. Il capolavoro realizzato da Stefano Maderno nel 1600, è custodito all’interno della Basilica in Trastevere, tra le chiese più antiche di Roma, costruita sopra quella che si riteneva essere la casa di Santa Cecilia, martire e patrona della musica, celebrata come protettrice dei musicisti, degli strumentisti e dei cantanti.
La statua rappresenta la Santa nel momento della sua morte, in una posa che trasmette serenità, sofferenza, spiritualità, umanità e che richiama le rappresentazioni tradizionali dei martiri cristiani, pur non essendo più caratterizzata dalla violenza esplicita delle scene del martirio, ma in completo abbandono alla grazia divina attraverso una gestualità incredibilmente elegante e naturale. Santa Cecilia non è rappresentata come una donna che soffre, ma come una persona che trova nella morte un passaggio verso l’eternità: Maderno, influenzato dalla spiritualità controriformista, impone una nuova visione del martirio dove la sofferenza del santo non è esplicitata attraverso la crudeltà fisica, ma come una transizione dolce e celeste verso la salvezza.
La statua di Santa Cecilia consacra Maderno come uno dei grandi maestri del barocco e influenza anche le generazioni successive di scultori, come ad esempio Gian Lorenzo Bernini, grazie alla sua capacità di infondere un senso di realtà umana nelle figure sacre, con estrema delicatezza.

Santa Cecilia
Ma torniamo alla vita di Santa Cecilia, nobile romana convertita al cristianesimo e morta il 22 novembre 230. Non tutti sanno che alla fine del 1800, nacque in suo onore un movimento di riforma della musica sacra, detto Cecilianismo, diffuso in Italia, Francia e Germania a cui aderirono musicisti e altri addetti ai lavori, che intendevano restituire valore alla musica liturgica sottraendola alle influenze del melodramma e della musica popolare.
Il motivo per cui Cecilia è indicata come santa della musica è attribuito al fatto che il giorno in cui sposò il nobile Valeriano, nella sua casa si sentissero suonare organi e canti idilliaci: la Santa infatti si convertì contestualmente tramite battesimo per mano del pontefice Urbano I. Un’altra versione descrive la donna colta di sorpresa da Valeriano nell’atto di pregare con un angelo. Il marito fu quindi colto da un momento di intensa gelosia dove chiese al cherubino prove della sua natura divina. Fu così che l’angelo fece apparire delle corone di fiori che posizionò sulla testa di entrambi e Valeriano si convertì insieme a suo fratello Tiburzio. All’epoca ai cristiani non era permesso avere degna sepoltura alla morte e i due fratelli decisero di seppellire i corpi abbandonati che trovavano per le strade e quando furono scoperti vennero arrestati, torturati e decapitati. Stessa sorte capitò a Cecilia che non morì immediatamente nonostante i colpi d’ascia del boia, ma restò agonizzante per tre giorni.
Secondo la legenda aurea, papa Urbano I, che aveva convertito Valeriano seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa, dove oggi troviamo la bellissima scultura.
Si racconta che nel 1599, durante i restauri della basilica in vista del giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia quasi intatto. Allora il cardinale Carlo Emilio Sfrondati commissionò a Stefano Maderno una statua che riproducesse la Santa nella stessa posizione in cui fu ritrovata.

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