Il vicolo di Sant’Agata a Trastevere (prima puntata). L’antica osteria dello “sputatore”

Un tempo era normale usanza “sputare” con intenzioni goliardiche ed a Trastevere esisteva chi, per attirare clienti, schizzava vino ai passanti.
Il vicolo di Sant’Agata a Trastevere (prima puntata). L’antica osteria dello “sputatore”.
Un tempo era normale usanza “sputare” con intenzioni goliardiche ed a Trastevere esisteva chi, per attirare clienti, schizzava vino ai passanti.
Trastevere è ricchissima di vicoli ed ognuno di essi ha incredibili storie da raccontare. Uno di questi è Vicolo di Sant’Agata, posizionato all’altezza di Via della Lungaretta. È qui vicino che troviamo la Chiesa di Sant’Agata, datata 725, e costruita sopra l’abitazione di Papa San Gregorio II.

Vicolo a Roma
Intorno alla metà dell’Ottocento, lungo questo vicolo, sorgeva una taverna conosciuta come “Osteria dello Schizzetto”, poiché il proprietario aveva l’abitudine di sputare scherzosamente del vino dalla sua bocca sui volti dei clienti. Lo cita “Rerum Romanorum” e abbiamo deciso di approfondire la curiosità su questo locale molto popolare fino a metà del 1900 e del quale oggi non rimane traccia. Tuttavia, la sua leggenda sopravvive nella memoria collettiva e nell’immaginario storico del quartiere.
Sarebbe impensabile riproporre oggi questo gesto giocoso e provocatorio, noto tra i residenti e i visitatori del quartiere, che ha dato vita al nome “Schizzetto”: lascia presupporre una certa confidenza con gli abitanti del territorio, al netto delle trasformazioni del costume che hanno cambiato la percezione di ciò che è tollerabile e opportuno.
Le osterie e le trattorie romane del passato erano luoghi di ritrovo per la gente comune, dove si mangiava e si beveva in un ambiente familiare e spesso caotico. Il cibo veniva servito in modo informale e, in alcuni casi, l’atmosfera poteva essere più che spontanea, caratterizzata da una certa dose di teatralità. In questi luoghi, non era raro che atteggiamenti di esuberante convivialità venissero accentuati da comportamenti eccentrici o giocosi, come lo sputare vino o fare scherzi ai clienti.
Un’usanza sui generis che non era limitata solo ai ristoranti, ma faceva parte di una più ampia cultura goliardica che si ritrovava anche nelle feste popolari, nelle sagre e nelle celebrazioni tradizionali, dove il buon cibo e il buon vino erano accompagnati da risate, scherzi e giochi. Questo comportamento era spesso incoraggiato dalle tavolate collettive, dove il vino scorreva liberamente e i partecipanti si scambiavano storie e aneddoti.
Se oggi sputare è considerato un gesto di estrema maleducazione, un tempo era una pratica abituale che si è arrestata con l’avvento della tubercolosi ed il divieto del 1927 di sputare a terra, proprio per evitare il diffondersi della malattia.
A maggior ragione sarebbe impensabile il gesto dell’oste di schizzare dalla propria bocca vino sui passanti per attirare l’attenzione sulla sua taverna.
Trastevere, se un tempo era il cuore della Roma popolare, ora è anche un quartiere internazionale: negli ultimi decenni è stato oggetto di gentrificazione, che ha portato con sé una maggiore affluenza di turisti e nuovi residenti con un approccio ovviamente molto diverso da quello degli abitanti storici.
Il Vicolo Sant’Agata è noto anche per numerosi diversi aneddoti da quello raccontato e presto ne parleremo.

Vicolo
foto: Rita Chessa

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