Laterizi: il materiale edilizio per i mattoni dell’antica Roma

La conoscenza dei materiali edilizi romani è cruciale per capire non solo le capacità ingegneristiche dell’epoca, ma anche come queste abbiano reso possibili le imponenti costruzioni che ancora oggi possiamo ammirare.
Laterizi: il materiale edilizio per i mattoni dell’antica Roma.
La conoscenza dei materiali edilizi romani è cruciale per capire non solo le capacità ingegneristiche dell’epoca, ma anche come queste abbiano reso possibili le imponenti costruzioni che ancora oggi possiamo ammirare.
Conoscere la storia dei materiali è fondamentale per scoprire l’importante influenza che le tecniche costruttive hanno avuto sullo sviluppo dell’architettura e dell’ingegneria nel corso dei secoli.
La tecnica edilizia dell’antica Roma racchiude l’insieme delle modalità usate dai Romani per la creazione degli edifici ed oggi ci soffermeremo sui “laterizi”, prodotti in argilla cotta usati spesso in forma di mattone per erigere pareti, stendere pavimentazioni ed effettuare coperture.
Il suo nome deriva dal latino “latericius” aggettivo proveniente da later -ĕris = “mattone” ed è costituito da materiale a pasta porosa, usato sin dalla preistoria. Sebbene il processo di cottura dei mattoni può essere attribuito ai Sumeri, i greci e gli etruschi conoscevano il laterizio ma lo impiegavano solo per le coperture e per i rivestimenti. È con la Roma di Augusto che il mattone viene impiegato al massimo delle sue possibilità, realizzato con argilla depurata estratta da cave locali e mescolata con acqua, sabbia e poi modellata in forme rettangolari o quadrate e cotti nelle fornaci, a temperature elevate. Questo processo garantiva la durezza e la resistenza all’umidità.
I laterizi si distinguevano in bessali quadrati di circa 20 cm, sesquipedali di circa 45 cm suddivisibili in quattro e otto triangoli, bipedali che potevano arrivare anche a 60 cm e divisibili in sedici triangoli.
Presentavano frequentemente marchi o sigilli che indicavano l’officina o la fabbrica in cui erano stati prodotti, il nome di un legionario, di un comandante o l’appartenenza ad un progetto pubblico o militare.
Venivano impiegati in numerosi contesti architettonici, tra cui mura di edifici, fortificazioni, domus, basiliche, templi, teatri, acquedotti, a volte in combinazione con l’opus caementicium, il calcestruzzo romano, ossia una miscela di calce, pozzolana e frammenti vari, che conferiva alle strutture un’eccezionale solidità. Quest’ultimo, combinato con i laterizi, consentiva di costruire muri più spessi, arche e cupole come quelle del Pantheon o del Colosseo, che sono sopravvissute per secoli.
Anche attualmente i laterizi continuano ad essere impiegati nella forma di mattoni forati o pieni, cotti in piastrella per pavimentazione, pignatte per la creazione di solai, tavelle, murature, ottimi anche per la realizzazione di camini e canne fumarie vista la buona resistenza al calore.

Laterizi
Ovviamente durante i tempi moderni la produzione dei laterizi si è industrializzata e costituiscono ancora oggi, insieme ai nuovi composti e materiali, un importante elemento edilizio.
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– Marcos Llerena, Unsplash

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