Ninetto Davoli, il ricordo di Pasolini e Totò nell’incontro all’Olimpico con Maurizio Battista

Presente tra il pubblico dello spettacolo "MB SHOW - Il Gran Varietà", è stato invitato a salire sul palco ed ha regalato aneddoti e curiosità preziose.
Ninetto Davoli, il ricordo di Pasolini e Totò nell’incontro all’Olimpico con Maurizio Battista.
Presente tra il pubblico dello spettacolo “MB SHOW – Il Gran Varietà”, è stato invitato a salire sul palco ed ha regalato aneddoti e curiosità preziose.
“Ed ecco che entra nella platea con gli occhi dolci e ridarelli”: sono queste le parole di Pier Paolo Pasolini, dedicate a Ninetto Davoli che sovvengono alla mente nell’incontro con Maurizio Battista durante lo show “MB SHOW Il Gran Varietà”, in scena fino al 16 febbraio 2025 al Teatro Olimpico di Roma.
Davoli era presente tra il pubblico ed è stato invitato da Battista a salire sul palco per raccontare i ricordi al fianco di Pasolini ed aneddoti divertenti con Totò, col quale ebbe modo di lavorare in occasione dei film “Il Vangelo secondo Matteo” (1964), “Uccellacci e uccellini” (1966) “, “La Terra vista dalla Luna” (Le streghe, 1967) e “Che cosa sono le nuvole?” (Capriccio all’italiana, 1968).
“Quando ho conosciuto Totò non facevo ancora l’attore, ero un ragazzo qualsiasi, come ce ne sono tanti”, ha affermato Davoli, cresciuto nella baraccopoli di “Borghetto Prenestino” prima di essere scoperto dal grande poeta, scrittore, giornalista e cineasta Pier Paolo Pasolini.
“Quando ho avuto l’occasione di fare un film con Pasolini lui pensò che sarebbe stato meglio che io, prima di incominciare, conoscessi Totò. A me sembrava un sogno. Totò per me era un mito, avevo visto tutti i suoi film. Quando siamo arrivati a casa di Totò, nel quartiere Parioli e lui ci ha aperto la porta, io ho cominciato a ridere, ho proprio sbottato, non finivo più. Pier Paolo era molto imbarazzato per questo. Ma Totò non si è scomposto, si è rivolto a Pasolini dicendo che era una cosa normale, abbiamo fatto subito amicizia, anche se però poi mi è stato detto che, quando sono andato via sulla poltrona su cui mi ero seduto, Totò ha spruzzato il Ddt.”
Davoli e Battista hanno anche avuto occasione di lavorare in passato sul set di “Uno anzi due”, un film italiano del 2015, diretto da Francesco Pavolini.
Del resto le affinità tra i due personaggi si svolgono su vari piani, non solo professionali, ma anche di tipo umano: entrambi con una storia simile, originari dalla Roma “popolare” – nella doppia accezione sia di “noto/famoso” che di “plebeo, semplice, appartenente ad una classe sociale non abbiente” che ha avuto modo di riscattarsi grazie al successo che li ha resi celebri e che ha chiesto loro semplicemente di essere sé stessi. Maurizio Battista, del resto, è un comico italiano noto per il suo umorismo diretto e irriverente, che riflette una visione della vita quotidiana tipica delle persone comuni, in particolare del romano medio, il suo lavoro si basa sull’osservazione dei comportamenti sociali, delle dinamiche familiari e delle difficoltà quotidiane. Un approccio che rimanda in alcuni passaggi alla letteratura verghiana, alle narrazioni del Neorealismo e alle stesse pasoliniane: Battista affronta spesso tematiche universali come la lotta per la sopravvivenza economica, le difficoltà nelle relazioni interpersonali, le contraddizioni della vita moderna dell’uomo comune e la sua comicità segue una linea di continuità con il grottesco della tradizione popolare.
Ninetto Davoli nei film di Pier Paolo Pasolini, ha incarnato figure di giovani sognatori o personaggi marginali, spesso provenienti dalle classi più povere, che si confrontano con la dura realtà sociale ed economica.

L’incontro con Davoli
Nel Neorealismo in generale, la commedia ed il dramma convivono ed i protagonisti, pur nelle loro miserie, possono trovare un momento di leggerezza o di ribellione attraverso il riso ( e così anche il pubblico).
Quindi, anche se il tono, l’intensità, le intenzioni di Davoli/Pasolini e Battista si colorano di diverse sfumature, entrambi rappresentano un modo di guardare alla realtà attraverso il paradosso ed il contrasto tra la vita quotidiana e le difficoltà sociali.
Dopo aver raccontato il suo aneddoto sul palco, Davoli decide di fumare una sigaretta e mi chiede di indicargli dove andare: “Grazie per tutto, ho dedicato molta parte della mia vita a fare ricerca su Pasolini” rispondo io dopo averlo accompagnato. E lui domanda: “Ma prima hai sentito cosa ho detto?”
“Ma certo!”, rimanendo sorpresa del fatto che, come tutti i grandi, è come se non fosse pienamente consapevole del fatto che rappresentasse il paradigma prezioso di un pezzo di storia (e che quel racconto, fosse ormai parte dell’immaginario collettivo di chi ama il cinema, il teatro e la letteratura).
In foto:
Maurizio Battista, Ninetto Davoli e Agostino Penna – Teatro Olimpico, MB SHOW Il Gran Varietà

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