I numeri civici “fantasma” di Roma: curiosità della città eterna

Alcuni numeri civici non esistono più o non sono mai stati presenti. Altri non corrispondono agli edifici esistenti oppure sembrano essere stati saltati nella sequenza logica della numerazione. Vediamo insieme perché.
I numeri civici “fantasma” di Roma: curiosità della città eterna.
Alcuni numeri civici non esistono più o non sono mai stati presenti. Altri non corrispondono agli edifici esistenti oppure sembrano essere stati saltati nella sequenza logica della numerazione. Vediamo insieme perché.
A Roma puoi trovare numerazioni presenti sulle mappe o sulle targhe stradali, ma che sembrano non corrispondere ad edifici esistenti o che seguono logiche apparentemente incomprensibili. Parliamo dei numeri civici “fantasma” ossia assenti, o che non corrispondono ad edifici esistenti oppure che sembrano essere stati saltati nella sequenza logica della numerazione di una via o di una piazza. Questa confusione è dovuta spesso a discrepanze amministrative, modifiche non aggiornate, errori storici nel sistema di assegnazione civica o semplicemente all’evoluzione urbanistica della città. Se Weber parlava della burocrazia come processo di razionalizzazione, a Roma il tutto è piuttosto complesso e stratificato per poter essere gestito con semplicità ed anche l’assegnazione dei numeri civici è un sistema articolato che coinvolge più enti: l’Ufficio Toponomastica, il Catasto ed il Municipio di competenza.

Numero civico
Un esempio emblematico segnalato anche da ”abitare a Roma” è quello di Piazza dei Pini, nel quartiere di Centocelle, dove i numeri civici terminano bruscamente al 16 senza alcun riferimento ai numeri precedenti. Una stranezza che forse è dovuta a cambiamenti nella destinazione d’uso dell’area o a variazioni catastali.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere il fenomeno: l’attribuzione dei numeri civici
nel mondo, secondo Deirdre Mask è dovuta all’Impero asburgico intorno 1770, mentre a Roma risalirebbe al XIX secolo, durante la pianificazione urbanistica dello Stato Pontificio e, successivamente, del Regno d’Italia. Questo processo si rivelò complesso, specialmente nel centro storico, dove le irregolarità delle strade e la coesistenza di edifici di epoche diverse rendevano difficile una numerazione lineare e coerente.
Sono vari i fattori che hanno contribuito alla creazione di numeri fantasma: la demolizione di edifici o la riconfigurazione delle strade ha portato alla perdita di civici che non sono mai stati riassegnati, in alcuni casi edifici originariamente unici sono stati suddivisi in unità più piccole, mentre altre volte più edifici sono stati uniti sotto un unico cappello mediante frazionamenti e accatastamenti.
Non dimentichiamo inoltre la possibilità di errori catastali dove le mappe ufficiali non sempre riflettono fedelmente la situazione reale sul territorio.
A Via Merulana i civici non sono suddivisi da una parte i dispari e dall’altro i pari, ma il numero uno inizia dalla Basilica di Santa Maria Maggiore fino a San Giovanni, dove anche qui alcuni civici risultano presenti solo nelle mappe storiche ma non sugli edifici reali. Questo è attribuibile alle modifiche apportate durante le ristrutturazioni urbanistiche del periodo fascista.
A Via dei Fori Imperiali dei numeri civici sembrano mancare, probabilmente per la demolizione di interi quartieri avvenuta durante i lavori di realizzazione della strada negli anni Trenta.
Anche in alcune vie secondarie del Quartiere Ostiense, esistono salti nella numerazione.
Un esempio curioso è rappresentato dalle cosiddette “porte murate” nelle vie di Trastevere: ingressi di edifici che sono stati sigillati nel tempo, ma che conservano ancora la targa.
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