Rubrica simboli di Roma. Quante altre lupe conosci oltre alla più nota del Campidoglio?

Il simbolo della lupa è legato alla leggenda di Romolo e Remo, fondatori mitici della città, ma oltre alla più celebre lupa capitolina, in questo articolo parleremo delle sue rappresentazioni meno famose sparse nella città.
Rubrica simboli di Roma. Quante altre lupe conosci oltre alla più nota del Campidoglio?
Il simbolo della lupa è legato alla leggenda di Romolo e Remo, fondatori mitici della città, ma oltre alla più celebre lupa capitolina, in questo articolo parleremo delle sue rappresentazioni meno famose sparse nella città.
Roma, con la sua grandiosità e ricchezza artistica, è un vero e proprio museo a cielo aperto: ogni dettaglio, frammento racconta una storia più grande. Numerosi sono i simboli che la caratterizzano e che ricorrono quasi come veri e propri archetipi urbani.
Uno di questi è la lupa, iconico segno distintivo della città eterna, rappresentata nei secoli spesso nell’atto di allattare Romolo e Remo, come richiamo alla leggenda della fondazione di Roma.
Rappresentando protezione, cura e sostentamento, la lupa diviene una madre simbolica, che sostiene e nutre il futuro della città.
La ritroviamo nella forma di statue monumentali, emblemi, stemmi, dipinti, decorazioni su edifici.
Una delle più note è la Lupa Capitolina, una scultura di bronzo conservata ai musei Capitolini, di incerta datazione (una versione storica la colloca nel periodo etrusco del V sec. a.C, un’altra ipotizza si tratti di una copia medioevale).
La scala è circa quella 1:1, quindi di dimensioni approssimativamente naturali. In questo caso Romolo e Remo in procinto di bere latte dalle mammelle del canide, furono aggiunti nel periodo Rinascimentale, probabilmente dallo scultore Antonio del Pollaiolo.
Una copia è esposta all’esterno di Piazza del Campidoglio progettata da Michelangelo e numerose sono le riproduzioni in bronzo perfettamente fedeli all’originale, come regalo della Capitale ad altre città. Quest’opera è stata riprodotta migliaia di volte come souvenir ed è stata scelta come logo della squadra calcistica Roma.
L’immagine della lupa è anche legata all’idea di sovranità e potere civico: l’acronimo SPQR (“Senatus Populusque Romanus”, ovvero “Il Senato e il Popolo di Roma”) è associato al simulacro della lupa, poiché rappresenta la forza della comunità romana che si sostiene e si protegge a vicenda, proprio come un branco di lupi.

La lupa con Romolo e Remo
Già in passato abbiamo dedicato un articolo alla lupa viva che era mostrata in gabbia posizionata sulla rupe tarpea, la parete rocciosa del Campidoglio.
Ecco una rassegna di lupe meno conosciute nella Capitale:
Sempre presso i Musei capitolini, nella sala degli Orazi e Curiazi a palazzo dei Conservatori, troviamo l’affresco del 1596 dal titolo “Ritrovamento della lupa” dell’artista Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino, un pittore italiano d’epoca barocca.
Suggestive teste di lupo sono presenti al Museo Massimo, datate intorno al 37 – 41 d.C, età romana del periodo dell’imperatore Caligola.
La forma della lupa è raffigurata anche su alcuni “nasoni” delle fontane, tra cui quella in travertino di Villa Doria Pamphili.
Versioni contemporanee sono un lupo “che salta” dipinto in un murales del writer Roa, alto circa trenta metri, su un palazzo a Testaccio e una siepe a forma di lupa che fu posizionata tra il 2018 ed il 2019 a Piazza Venezia.
E tu, quante altre lupi conosci?
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