Detti e modi di dire romani: te stai a accolla! Significato e origini

Il modo di dire “Te stai a accollà” pare avere due spiegazioni, una legata all’etimologia e una invece più schietta e diretta. Andiamo a scoprirle.
Detti e modi di dire romani: te stai a accolla! Significato e origini.
Detti e modi di dire romani: “Te stai a accolla!” – Significato e origini. Il modo di dire “Te stai a accollà” è un’espressione tipica del dialetto romano che, nel corso del tempo, ha assunto un significato ben preciso nel linguaggio quotidiano della Capitale. Questa locuzione sembra avere due possibili spiegazioni, una che affonda le sue radici nell’etimologia della parola e un’altra più diretta e schietta, tipica dello spirito pragmatico e colorito del popolo romano. Ma cosa significa esattamente e da dove deriva questa espressione tanto usata nei discorsi informali? Andiamo a scoprirlo.
Vi è mai capitato di imbattervi in una persona particolarmente pedante e pressante? O magari di ricevere la compagnia di un conoscente anche se non desiderata? O anche un amico che all’improvviso vi chiede un passaggio di ritorno da una festa? Ecco, a Roma tutto questo è più facilmente e sinteticamente definito come Accollo. Da questo modo di definire una particolare relazione interpersonale derivano poi tutta una serie di verbi e inviti a desistere dall’essere invadenti, tipo: “te stai a accollà”, oppure “nun t’accollà”. Quindi se dovesse capitarvi di sentirvi dire che siete un accollo non si vuole certo fare riferimento alla parte migliore di voi, provate quindi a mollare un po’ il carico e di sicuro le cose andranno meglio. Dopo il successo di Zerocalcare su Netflix questo modo di dire ha ricevuto consensi anche fuori da Roma e dal Lazio spopolando nel vocabolario popolare di molti giovani. Ma da dove arriva questo particolare modo di appellare le persone irritanti?

Roma
La parola accollo è un termine che appartiene alla lingua italiana e deriva dal verbo accollare. Sul dizionario è cosi descritto: “Parte di un carico che grava sul collo delle bestie o sul davanti di un veicolo a due ruote: questo cavallo ha troppo accollo; far gravare il carico sulla parte anteriore.” Il riferimento al peso è chiaro e evidente e anche la probabile fatica con il quale si sopporta considerando che gravare non è certo un verbo che esprime sollievo. Ma l’accollo è usato anche in altri ambiti come quelle del diritto per esempio: “Assunzione volontaria di un impegno o di un onere: accollo di un debito, di una spesa; accollo di un’obbligazione, convenzione tra un debitore e un terzo, per la quale quest’ultimo assume il debito del primo”. Anche in questo caso i presupposti appaiono più che sgradevoli, anzi, parlando di debiti e spese la faccenda diventa assai più spigolosa.
Le ragioni etimologiche sembrano sicuramente più valide e sensate, ma comunque esiste anche una spiegazione meno sottile e più popolare. L’accollo non sarebbe altro che una derivazione di colla e accollarsi starebbe a significare “appiccicarsi, incollarsi”. Indipendentemente dal significato una cosa e certa, di fronte a qualcuno che si accolla urge una soluzione drastica e a Roma il consiglio è sempre lo stesso: accannalo.

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