Lo sapevate? Qual è il vicolo più stretto di Roma?

Si trova a Trastevere ed ha il primato di essere il vicolo pìù piccolo della capitale.
Con il suo metro e dieci di ampiezza, Vicolo dei Vascellari ha il merito di essere il vicolo più stretto di Roma. Si trova a Trastevere tra Via dei Vascellari e Via Pietro Peretti. la via prende il nome dalla presenza in zona di botteghe di fabbricanti di vasi.
Il motivo per cui la via sia tanto piccola è data dall’origine medioevale, dove l’accatastamento di case e palazzi era pratica comune, considerata la poca attenzione all’epoca per la progettazione urbana. In epoca moderna raramente è prevista la realizzazione di vicoli.
Già la denominazione di per sé di “vicolo” sta ad indicare una strada urbana secondaria molto stretta e con il primato di “vicolo più stretto della capitale” viene voglia di andare a curiosare per vederlo dal vivo, capire quanto si possano allargare le braccia, se l’area provoca senso claustrofobico o senso di rassicurazione, quanto sia illuminato.
Deve essere stata questa la sensazione di chi ha formulato il modo di dire “trovarsi in un vicolo cieco”, dove una piccola strada angusta, restituisce l’immagine di una situazione difficoltosa. Ma vicolo dei vascellari non è priva d’uscita, somigliando per questo più alla metafora di un momento della vita difficile, ma che si può superare.
Se Vicolo di Vascellari è il più stretto di Roma, il primato per l’Italia c’è l’ha Ripatransone dove, nel centro storico ne esiste uno che nel punto più stretto misura 38 cm.
L’origine etimologica della parola “vicolo” deriva dal latino vicŭlus, diminutivo di vicus, che significa borgo. Per essere considerato “vicolo” un tratto di strada deve rispondere a dei requisiti specifici, non basta essere un’area delimitata. Secondo Fondoambiente deve rispondere alle seguenti caratteristiche: essere pavimentato, percorribile e dotato di almeno una porta o di una finestra che si affaccia sul percorso.
Mentre ci addentriamo tra i vari vicoli della città per raggiungere il più stretto, torna a mente la poesia di Salvatore Quasimodo intitolata, appunto “vicolo”:
“Mi chiama talvolta la tua voce
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:
una rete di sole che si smaglia
sui tuoi muri ch’erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.
Altro tempo: un telaio batteva nel cortile
e s’udiva nella notte un pianto
di cuccioli e bambini.
Vicolo: una croce di case
che si chiamano piano,
e non sanno ch’è paura
di restare sole nel buio”.
La via ha un primato per le sue dimensioni e proprio per questo ha intrinseco un aspetto poetico data dal fatto che nonostante si distingua per questo da tutte le altre non risulta essere segnalata su su google maps, ma la troviamo indicata su dubl.it e romanorum.it

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