Lo sapevate? A Roma esiste la Torre della scimmia

Si tratta di uno dei pochi esempi sopravvissuti di torri medievali a Roma. Vediamo insieme la leggenda legata al suo nome tanto particolare.
Lo sapevate? A Roma esiste la Torre della scimmia.
Si tratta di uno dei pochi esempi sopravvissuti di torri medievali a Roma. Vediamo insieme la leggenda legata al suo nome tanto particolare.
Nel cuore di Roma, tra i vicoli intrisi di storia e le architetture che raccontano secoli di vita, si nasconde un angolo dal fascino misterioso: la Torre della Scimmia. Questo edificio, uno dei rari esempi di torri medievali ancora esistenti nella Capitale, porta con sé un nome curioso e avvolto nella leggenda. Passeggiando nei pressi di via dei Portoghesi, è impossibile non notare questa struttura che si innalza con imponenza, testimone silenziosa di epoche passate. Ma cosa si cela dietro questa denominazione tanto insolita? Per scoprirlo, bisogna immergersi in un racconto che si tramanda da generazioni e che ancora oggi affascina chiunque si soffermi ad ascoltarlo.
Ricca di campanili, chiese, monumenti e torri, la città di Roma racconta in ogni suo frammento la sua storia.
Per quanto riguarda le torri, molte furono danneggiate o distrutte a causa di terremoti o incendi, altre furono assorbite in palazzi rinascimentali o di età successive; la maggior parte furono abbattute nel 1258 per volontà del senatore Brancaleone degli Andalò ed attualmente ne sono rimaste circa 50.

Antica rappresentazione della Torre di Ettore Roesler Franz
Una delle più suggestive è la Torre della Scimmia, situata vicino piazza Navona in via dei Portoghesi 18. Costruita dalla famiglia nobile dei Frangipane intorno al 1500, passò successivamente alla famiglia Scapucci e per questo sono visibili i simboli araldici di entrambe le casate sulla struttura sul lato Ovest dell’edificio, a ridosso della caratteristica merlatura risalente al XV secolo.
Come mai questo nome così particolare? Secondo alcune teorie uno dei proprietari aveva come animale domestico una scimmia che divenne gelosa quando al suo padrone nacque un figlio. La scimmia catturò il neonato e lo portò in cima alla torre minacciando di lanciarlo nel vuoto e provocando il panico in mezzo alla folla. Fortunatamente, alla richiesta dell’uomo di portare in salvo il piccolo, la scimmia obbedì diventando comunque protagonista del racconto popolare che venne tramandato nel corso dei secoli. Ne esiste anche una seconda versione secondo cui la scimmia riportò il bambino al sicuro solo in seguito al voto e alle preghiere del padre fatte alla Madonna. Ciò fu considerato dalla folla un miracolo e questo sarebbe inoltre anche il motivo della presenza di una statua ottocentesca raffigurante Maria Vergine.
Queste storie sono raccontate nei testi “French and Italian Notebooks” e “The Marble Faun” (“Il fauno di marmo”) dello scrittore americano Nathaniel Hawthorne, annotate nei suoi appunti durante il viaggio che fece in Italia nel 1857.
Attualmente la Torre della Scimmia è solo visibile esternamente e non si può visitare, in quanto appartenente ad una proprietà privata e sembra che esista una clausola di impegno legata proprio alla leggenda che responsabilizzi ogni nuovo proprietario, pena la nullità del contratto di vendita.
In pratica esisterebbe l’imposizione, non si sa se anche questa è una leggenda, secondo la quale
in memoria della grazia ricevuta, in cima alla torre debba ardere in maniera perpetua una lampada davanti alla statua della Madonna.
La Torre della Scimmia è uno dei pochi esempi sopravvissuti di torri medievali a Roma, oggi è parte integrante del tessuto urbano di Roma, ma il suo nome e la sua storia la rendono una delle mete più interessanti per chi ama scoprire gli angoli più nascosti e leggendari della città.
In foto: antica rappresentazione della Torre di Ettore Roesler Franz

© RIPRODUZIONE RISERVATA