Una serata con Charlie Gnocchi a Roma. Non solo mainstream nell’estate romana

Ci siamo recati ad un evento dell’estate romana organizzato da Charlie Gnocchi conduttore radiofonico, personaggio televisivo e pittore italiano. E scoprire la sua predisposizione all’arte contemporanea a stupire, come la sua conoscenza riguardo a movimento come dadaismo e futurismo.
Una serata con Charlie Gnocchi a Roma. Non solo mainstream nell’estate romana.
Ci siamo recati ad un evento dell’estate romana organizzato da Charlie Gnocchi conduttore radiofonico, personaggio televisivo e pittore italiano. E scoprire la sua predisposizione all’arte contemporanea a stupire, come la sua conoscenza riguardo a movimento come dadaismo e futurismo.
Charlie, reduce da un programma tanto mainstream come il Grande Fratello, con la serata “Controcorrente” ha voluto unire forme espressive anche lontanissime tra loro.
L’abbiamo fatto in modo attivo presentando un trailer tra giornalismo d’inchiesta e tematiche come carcere, migrazioni, diritti umani. Tutto questo durante una iniziativa che non ti aspetti accogliere ciò che non sia mero intrattenimento.
“Organizziamo questi eventi senza alcuna pretesa” ci ha confidato e con questa sua dichiarazione si svela come uomo umile, lontano dai protagonismi delle celebrità.
“Andare controcorrente” implica fare qualcosa che va contro l’opinione o il comportamento prevalente. Proporre dei contenuti che possano indurre al pensiero anziché al suo intorpidimento lo è, anche perché esiste un pregiudizio errato che considera il pubblico medio come un soggetto da dover intrattenere necessariamente in modo banale.
Le critiche al mainstream possono riguardare vari aspetti della cultura, della politica, dei media, della moda e della società in generale.
Promuovere il conformismo, spingendo le persone a seguire le mode, i comportamenti e le opinioni prevalenti senza una riflessione critica, può portare a una mancanza di originalità e diversità, oltre ad una pericolosa omologazione culturale.
Un altro aspetto da combattere è questo ossessivo focalizzarsi su aspetti estetici e materiali piuttosto che su contenuti profondi e significativi.
La marginalizzazione delle prospettive alternative ha come diretta conseguenza che solo alcune opinioni e storie vengano raccontate.
Abbiamo chiesto a due studenti dell’università presenti tra gli spettatori cosa desiderassero vedere in tv, al cinema e sui social:
“C’è davvero bisogno di un cambio di rotta, siamo stanchi di essere trattati come scimmie ebeti da far divertire, quindi ben venga tutto ciò che possa irrompere e rompere con il passato. Internet doveva diventare una valida alternativa al mondo che ci veniva proposto, invece spesso non ha fatto altro che amplificarlo”
Lo scrittore Torquato Tasso ne “La Gerusalemme Liberata” ci parla di un’emozione ben precisa: quella di sentirsi “sazi del mondo”, ossia quel moto interiore che ci fa stancare da ciò che è già visto.
E, ripensando alle parole dei due giovani studenti, crediamo che abbia ragione il giovanissimo classicista Edoardo Prati: forse finalmente c’è qualcosa che ci sta facendo risvegliare tutti, siamo vicini ad un nuovo umanesimo.

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