Odonomastica romana. L’origine di via delle Convertite

Odonomastica romana. L’origine di via delle Convertite L’origine dei nomi delle vie ci permette di conoscere meglio la storia di una città. In questo articolo, per la nostra rubrica “odonomastica romana” scopriremo da dove proviene il nome di
Odonomastica romana. L’origine di via delle Convertite
L’origine dei nomi delle vie ci permette di conoscere meglio la storia di una città. In questo articolo, per la nostra rubrica “odonomastica romana” scopriremo da dove proviene il nome di “via delle convertite”, una strada centralissima vicino via del Corso e che sbocca a piazza S. Silvestro.
La via si riferisce a quello che un tempo era il convento di Santa Maria Maddalena delle convertite in origine chiesa di S. Lucia della Colonna. In questo luogo, nel Rinascimento, per volere di Leone X, venivano accolte cortigiane aristocratiche e prostitute pentite, che decidevano di lasciare la vita precedente per dedicarsi alla clausura e per questo furono soprannominate dai romani come “le Maddalene penitenti”.
La sua costruzione la dobbiamo alla Confraternita di San Girolamo della Carità, al cardinale Giulio de’ Medici e fu inaugurato canonicamente da papa Leone X nel 1520.
Dopo un incendio che devastò il convento nel 1617, l’edificio fu ricostruito dal cardinale Pietro Aldobrandini e da papa Paolo V.
Le donne venivano retribuite per 50 scudi al giorno: un mantenimento voluto da Clemente VIII in cambio della cessione di un quinto dei loro beni. Nel 1800 a Ponte Milvio esisteva una piccola edicola, ora scomparsa, dove si raccoglieva l’elemosina destinata a queste donne in una cassetta con la scritta “per le povere Convertite”.
Successivamente le attività del monastero furono spostate in quella che è oggi via della Penitenza a Trastevere.
Attualmente il monastero e la chiesa non sono più esistenti e la zona adiacenta a via delle convertite è occupata da Palazzo Marignoli, costruito nel 1878. In questo momento vi troviamo un Apple Store, ma fu anche sede del caffè Aragno, punto di riferimento per artisti e letterati fino al 2014.
Un’altra particolarità sottolineata dallo storico Costantino Maes in “Curiosità romane” del 1885 e da Benedetto Blasi (quest’ultimo autore del testo “Stradario romano” del 1933) è la presenza di una strada non troppo distante che prende il nome di via della Vite. In questo luogo, un tempo posto verde in campagna, vivevano le prostitute nello stesso periodo di quelle di via delle convertite. Infatti via della Vite nel 1500 per volere di Pio V Ghislieri, fu assegnata all’”Ortaccio”, il ghetto delle meretrici nel Rione Campo Marzio.
È interessante che le vie si trovino a 200 metri l’una dall’altra e che percorrerle comporti soltanto spendere 3 minuti: sembra il tracciato filosofico del confine esistente tra azione e ravvedimento, orgoglio e pregiudizio.
Attualmente entrambi gli indirizzi sono luoghi estremamente lussuosi della Capitale, caratterizzati da negozi di abbigliamento, ristoranti chic, hotel costosi.
foto credits:
Google Maps
la lupa, Wikipedia

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