Giordano Bruno: la terribile mordacchia conficcata nella sua lingua
L’austera statua a Campo de’ fiori a Roma fu riprogettata perché troppo polemica con la Chiesa. Eclettico, controverso e geniale, Giordano Bruno è il simbolo del libero pensiero. Aneddoti e particolarità di un uomo che non ha tradito le proprie idee anche a costo della vita.
Giordano Bruno: la terribile mordacchia conficcata nella sua lingua.
L’austera statua a Campo de’ fiori a Roma fu riprogettata perché troppo polemica con la Chiesa.
Eclettico, controverso e geniale, Giordano Bruno è il simbolo del libero pensiero. Aneddoti e particolarità di un uomo che non ha tradito le proprie idee anche a costo della vita.
Un’esecuzione terrificante quella che subì a Campo de’ Fiori a Roma Giordano Bruno, noto filosofo, scrittore e monaco domenicano del XVI secolo, una delle figure più significative della Storia. In questa piazza, ora luogo di ritrovo e sede del mercato, avvenivano condanne a morte e supplizi. Oggi, imponente, c’è un monumento realizzato nel 1889 dallo scultore Ettore Ferrari desiderato da un comitato studentesco e sostenuto da importanti personalità come Victor Hugo e Francesco Crispi. Il volto severo della statua sembra giudicare gli orrori di chi si oppose alla verità e alla ricerca. Nonostante fossero passati secoli dal suo supplizio lo stesso Ferrari dovette rivedere il bozzetto due volte perché la prima proposta fu respinta in quanto considerata troppo polemica nei confronti della Chiesa cattolica. Non tutti sanno che antecedentemente al monumento attuale, ci fosse un’altra statua che fu eretta nel 1849 e successivamente distrutta durante la restaurazione su richiesta di Pio IX.
Giordano Bruno nacque nel 1548 a Nola, una città vicino Napoli, e fin da giovane si distinse per la sua ‘intelligenza straordinaria. Entrò nell’Ordine dei Domenicani all’età di 17 anni, ma ben presto iniziò a mostrare segni di ribellione intellettuale. Bruno approfondì gli studi di retorica, dialettica, metafisica, filosofia naturale e teologia.
Sviluppò una visione cosmologica che andava oltre le credenze accettate dalla Chiesa cattolica aderendo al copernicanesimo. Niccolò Copernico sosteneva che non era il Sole a girare attorno alla Terra ma che fosse il nostro pianeta a girare attorno al Sole.
Credeva fermamente nella teoria dell’infinito dell’universo, secondo lui infatti non era solo limitato al sistema solare, ma che vi erano innumerevoli pianeti simili alla Terra con forme di vita diverse. Teoria confermata secoli dopo dalla NASA tra il 2015 e il 2017, quando annunciò la scoperta di ben 7 pianeti con caratteristiche simili al nostro distanti migliaia di anni luce dal sistema solare.
Queste idee contraddicevano il cattolicesimo che riteneva l’uomo e la Terra al centro dell’universo.
Abbandonò le vesti religiose con la messa in discussione del clero e rimase fermo sulle sue posizioni quando gli fu chiesto di ritrattare per aver salva la vita. Preferì portare avanti le sue convinzioni con tenacia, rimanendo nella storia come un difensore della libertà di pensiero nonostante le terribili torture, tra cui una mordacchia alla lingua che gli impediva di parlare.
I suoi testi finirono in una lista nera e la Chiesa cattolica ne vietò la lettura.
Cos’era la mordacchia? Detta anche bavaglio di ferro, briglia dei muti o briglia della comare era uno strumento di tortura che veniva applicata alla bocca del condannato.
Somiglia al morso dei cavalli, con in più un agghiacciante uncino che veniva conficcato nella lingua. Chiuso da un lucchetto, la vittima era costretta a deglutire il proprio sangue.
Giovedì 17 febbraio 1600, dopo la prigione nell’ex carcere di Tor di Nona (dove vi furono richiusi anche Beatrice Cenci, Benvenuto Cellini e Caravaggio, prigione che non esiste più all’altezza dell’attuale Lungotevere Tor di Nona) viene portato a Campo de’ Fiori, spogliato completamente e legato ad un palo per essere poi arso vivo.
Bruno fu condannato a morte per sostenere teorie che andavano contro le credenze accettate del suo tempo.
Inoltre, si oppose alle dottrine tradizionali della Chiesa riguardo alla Trinità, alla divinità di Cristo e alla transustanziazione. Sostenne il panpsichismo, ossia che la natura di Dio era diffusa in tutto l’universo e che ogni individuo aveva un’anima divina. In pratica credeva che ogni parte di materia avesse una sua coscienza, collegata al tutto. Questa visione filosofica anticipò concetti moderni come la teoria dell’interconnessione di tutte le cose.
Un’altra curiosità sul grande pensatore riguarda la sua abilità nell’arte della memorizzazione, una tecnica che permetteva di ricordare grandi quantità di informazioni organizzandole in immagini e mappe mentali. Questa pratica, che risale all’antica Grecia, gli permetteva di memorizzare le opere di filosofi, poeti e scrittori senza doverle consultare fisicamente a distanza di tempo e ciò lo rese presto famoso tra i suoi contemporanei. Un sapere che raccolse nella sua opera “Ars memoriae” (“L’arte della memoria”).
Hanno provato più volte nel corso dei secoli a rimettere la terribile mordacchia-museruola alla bocca di Giordano Bruno. Fu un altro Papa Pio, stavolta XI, a chiedere a Mussolini di rimuovere la scultura, ma quest’ultimo, temendo polemiche e reazioni, evitò quella volta di assecondare la Chiesa.
Un martire del libero pensiero, eppur il cristianesimo ebbe già scuola dell’orrore-errore della martirizzazione dei santi, che si spiega solo con la trasformazione della vittima in carnefice quando si raggiungono posizioni di potere.
All’inaugurazione della statua, arrivò un corteo di 20.000 persone per protestare e si racconta che diverse finestre della piazza rimasero chiuse in segno di sdegno, ma fortunatamente vinse il buon senso, l’elogio alla libertà di pensiero e la laicità.
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