Belli di notte. Storie di prostituzione maschile a Roma, intervista

Abbiamo incontrato uno di loro per cercare di comprendere le sue dinamiche dal punto di vista socio-antropologico, accendendo la luce su qualcosa che accade nella città di Roma e che spesso non viene raccontato.
Belli di notte. Storie di prostituzione maschile a Roma, intervista.
Abbiamo incontrato uno di loro per cercare di comprendere le sue dinamiche dal punto di vista socio-antropologico, accendendo la luce su qualcosa che accade nella città di Roma e che spesso non viene raccontato.
Sebbene abbia ricevuto minore attenzione rispetto il suo contraltare al femminile, la prostituzione maschile è un fenomeno complesso che esiste dalla notte dei tempi. Cercheremo di esplorare questo tema con un approccio attento, inclusivo e rispettoso, rifiutando ogni pregiudizio, considerando sia gli aspetti sociali che quelli individuali.
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“È spesso confuso con il ‘cruising’, o ‘ battuage’, ma si tratta di attività completamente distinte” ci confida Cosimo B, che per ragioni di privacy preferisce non mostrare il suo volto. Dichiara 32 anni, ma forse ne ha diversi di più, potrebbe arrivare tranquillamente a 45 anni.
“Nel caso del cruising o del battuage, si intende la ricerca di rapporti sessuali occasionali, non c’è uno scambio di denaro, mentre chi si prostituisce invece lo fa spesso per soldi, dietro c’è una necessità economica e non raramente la dipendenza da sostanze”, spiega.
Dove avvengono gli incontri?
“Possono accadere in una vasta gamma di situazioni: non solo in strada, ma spesso ci si ritrova in alcuni bar, con l’avvento di internet è tutto più semplice perché ci si concorda online”.
Mentre alcuni uomini scelgono liberamente di intraprendere questa attività come lavoro autonomo, altri possono essere coinvolti in situazioni di sfruttamento sessuale o di traffico di esseri umani?
“Non saprei con certezza, ma da circa 10-15 anni per la maggior parte sono migranti, anche molto giovani. Si trovano uomini di tutte le etnie, orientamenti sessuali, livelli di istruzione”.
Siete consapevoli dei rischi a cui andate incontro?
“Sappiamo delle malattie sessualmente trasmissibili, ma se parliamo di rischi, quello più spaventoso è che quasi tutti i giorni abbiamo a che fare con la violenza fisica o psicologica da parte dei clienti”.
Quali sono i tuoi clienti?
“La mia clientela non è esclusivamente gay o bisessuale, ci sono anche etero, spesso si tratta di uomini sposati alla ricerca di trasgressione e di emozioni forti”.
Non ci sono donne tra coloro che usufruiscono dei tuoi servizi?
“Nel mio caso no. Le donne difficilmente cercano l’uomo di strada, sono più discrete e non si rivolgono a noi, ma ai gigolò che sono molto diversi da noi. Con noi lo scambio avviene velocemente, senza attenzione o cura particolare, perlomeno nel mio caso. Il gigolò di fatto è quasi un gentleman romantico, io cerco di chiudere le questioni nel giro di 20-25 minuti al massimo”.
A Roma quali sono punti incontro noti per la prostituzione maschile?
“Nella zona di Monte Caprino è molto frequente il ‘cruising’ ma puoi trovare anche chi batte a pagamento. Termini e piazza della Repubblica sono le zone dove è risaputo trovarci. Non credere però che nei luoghi ‘in’ tipo Parioli o l’Eur non ci siamo. A dire il vero siamo presenti ovunque, soprattutto con internet, come ti dicevo, è diventato tutto più facile. Spesso ci si reca direttamente a domicilio o si strappa una consumazione in hotel.”
La tua famiglia è a conoscenza della tua scelta?
“Assolutamente no. La prostituzione maschile è spesso circondata da stigma e discriminazione. Molti di noi si trovano costretti a nascondere la propria attività per paura di essere giudicati dalla società, dai familiari o amici.”
Per quanto tempo pensi di continuare con questo lavoro?
“Al momento le alternative sono poche. Sinceramente ti dico che con un altro tipo di lavoro non guadagnerei allo stesso modo. Quindi chi me lo fa fare?”
In conclusione, gli sforzi per ridurre il rischio e proteggere i diritti dei lavoratori del sesso dovrebbero essere estesi a tutte le persone coinvolte, indipendentemente dal genere. Questo include l’accesso a servizi di salute sessuale, sostegno psicologico, eventuali programmi di aiuto e protezione legale.
Educazione sessuale inclusiva e programmi di sensibilizzazione possono contribuire a creare una maggiore comprensione e accettazione delle varie esperienze sessuali e delle scelte individuali.
Credit foto esclusivamente di accompagnamento presa da Pixabay, non rappresenta la persona intervistata che non ha voluto mostrare il volto, anche il nome è fittizio.

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