Alla scoperta di Roma: l’Orto botanico, un’oasi di pace e verde a Trastevere

Riproponiamo un bell'articolo di Roma Capitale. Ai piedi del Gianicolo, nel cuore di Trastevere, c’è un gioiello verde di circa 12 ettari dove regna la natura, la pace e il silenzio. L’Orto Botanico di Roma è uno dei più importanti d’Europa con oltre 3.000 specie vegetali ospitate, collezioni di pregio (dalle palme ai bambù), alberi ultracentenari, fontane monumentali e un panorama unico, con la città eterna a far da sfondo
Alla scoperta di Roma: l’Orto botanico, un’oasi di pace e verde a Trastevere.
Riproponiamo un bell’articolo di Roma Capitale. Ai piedi del Gianicolo, nel cuore di Trastevere, c’è un gioiello verde di circa 12 ettari dove regna la natura, la pace e il silenzio. L’Orto Botanico di Roma è uno dei più importanti d’Europa con oltre 3.000 specie vegetali ospitate, collezioni di pregio (dalle palme ai bambù), alberi ultracentenari, fontane monumentali e un panorama unico, con la città eterna a far da sfondo.
La struttura, visitata ogni anno da circa 100mila visitatori, fa parte dei Musei della Sapienza Università di Roma ed è un punto di riferimento per la ricerca scientifica, per la conservazione del mondo vegetale e per l’educazione ambientale, con un’intensa attività didattica per le scuole.
“Dietro ad alcuni esemplari che si possono ammirare c’è tutto un lavoro di raccolta di semi, di riproduzione vegetativa, come quella che stiamo facendo per la Valle dei Platani insieme al Comune di Roma. Abbiamo una banca dei semi e adesso con la ristrutturazione della palazzina amplieremo lo spazio dei laboratori – spiega Flavio Tarquini, il coordinatore scientifico – I gruppi in visita sono in maggioranza formati da italiani, ma vengono anche tanti turisti stranieri, soprattutto americani, francesi, inglesi e tedeschi. Le visite guidate durano almeno 90 minuti, c’è una grande richiesta di informazioni e purtroppo tanti falsi miti. Facciamo anche eventi a tema, dedicati ad esempio al giardino giapponese, alle orchidee, alla vendemmia, all’acqua o alle specie a rischio di estinzione”.
Fondato nel 1660 da Papa Alessandro VII Chigi, si inserisce nella tradizione dei giardini dall’importante valore scientifico-naturalistico, come il Giardino dei Semplici del Vaticano, da cui trae origine. Dopo numerosi trasferimenti, l’Orto Botanico trovò la sua collocazione definitiva nel 1883, quando lo Stato acquisì la proprietà di Villa Corsini alla Lungara, celebre per essere stata la residenza della Regina Cristina di Svezia, dal 1659 al 1689. La parte pianeggiante rispecchia l’antico assetto del giardino, mentre la costruzione delle serre risale alla seconda metà dell’Ottocento.
Si tratta di collezioni di grande interesse non solo dal punto di vista scientifico, ma anche per la modalità di coltivazione e ricostruzione scenografica degli ambienti. Una delle più importanti è quella delle palme, composta da più di 40 esemplari coltivati all’aperto, di cui alcune rare e a rischio estinzione. Di eccezionali dimensioni è l’esemplare di Nannorrhops ritchieana, “attualmente la più grande al mondo”.
Anche la collezione di bambù si distingue per la sua varietà, con oltre 50 entità tra specie e sottospecie, tanto da essere una delle più ricche in Europa. Passeggiando in questo settore si scorgono i resti delle antiche Mura Aureliane, che delimitano il confine meridionale dell’Orto Botanico, in un perfetto mix di natura e storia.
In primavera, con la fioritura dei ciliegi, una tappa obbligata è il Giardino giapponese, realizzato su progetto di Nakajima Ken (architetto che creò anche il giardino dell’Istituto di Cultura Giapponese di Roma) che offre giochi d’acqua, cascate e due laghetti posti su differenti livelli. “Ci sono solo questi due in Italia, ufficialmente riconosciuti – sottolinea Tarquini – gli altri sono riproduzioni di giardini giapponesi”. Dal padiglione in legno si può ammirare un suggestivo panorama del centro storico, con le cupole delle chiese e i campanili che spuntano tra i ciliegi in fiore.
Nei 2.000 metri quadrati di serre, da segnalare quella delle orchidee, con circa 400 specie, quella delle piante grasse e quella monumentale che conserva un’interessante raccolta di piante carnivore.
Di fronte alla Serra tropicale c’è il Giardino dei Semplici, in cui si osservano le piante medicinali, con oltre 300 entità protette all’interno di aiuole in muratura. “Questa è una delle collezioni più ricche in Italia, con un settore esclusivamente dedicato. I cartellini, oltre alle solite indicazioni, riportano anche le principali proprietà delle piante medicinali” – spiega Tarquini.
Nel ruscello, nel laghetto e in alcune vasche si trovano invece le specie vegetali acquatiche, come le ninfee. Tra le principali collezioni spicca quella degli alberi ultrasecolari (oltre 300) come i platani orientali, le querce da sughero, i cerri, le roverelle e i cedri dell’Himalaya.
Meritano di essere ammirati anche il Roseto che a maggio, durante il mese della fioritura, presenta circa 60 specie che illustrano l’evoluzione della rosa, la Casa delle farfalle, allestita all’interno di una tensostruttura e la Scalinata delle Undici Fontane, progettata da Ferdinando Fuga nel 1742 e composta da cinque vasche digradanti, dalle quali zampillavano undici getti d’acqua.

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