Paura a Ostia, Yacht di 20 metri affonda: il comandante salvato dalla Capitaneria di Porto.

Uno yacht di circa 20 metri è affondato davanti allo stabilimento “Tibidabo Beach” a Ostia; la tragedia è stata evitata grazie all’intervento tempestivo della motovedetta CP 836 della Guardia Costiera.

Il comandante, un uomo di 65 anni, stava trasferendo la barca al Circeo quando ha notato che stava imbarcando acqua. In preda al panico, ha contattato la centrale operativa della Capitaneria di Porto di Fiumicino. La motovedetta ha raggiunto l’yacht, semi-affondato a circa mezzo miglio dalla costa, e ha tratto in salvo il comandante confuso.

Dopo il salvataggio, il comandante è stato trasferito alla base navale della Guardia Costiera a Fiumicino e affidato ai sanitari dell’Ares 118. Successivamente, contattate società specializzate, sono state avviate operazioni per recuperare lo yacht, ma le condizioni meteo-marine peggiorate hanno complicato i lavori. Il luogo dell’affondamento è stato segnalato da una boa.

Il comandante della Capitaneria di Porto, Giuseppe Strano, ha sottolineato l’importanza che i comandanti controllino lo stato di efficienza del natante prima di prendere il largo. Ha ricordato che la Guardia Costiera è intervenuta in precedenza per il salvataggio di un’altra imbarcazione a Fiumara grande nel mese di dicembre.

Vernice rossa sui negozi: blitz femminista a Termini contro gli stupri.

Un gruppo di attiviste appartenenti a Bruciamo Tutto ha condotto un blitz stamattina a Termini per protestare contro le molestie e gli stupri nelle stazioni. Con il grido “Stiamo bruciando”, hanno attivato l’allarme della stazione Termini, versato vernice a terra e sui vetri dei negozi. Questo gruppo femminista, già protagonista di un’azione al Campidoglio l’8 marzo, ha scelto la stazione Termini come palcoscenico per denunciare le frequenti molestie subite nelle stazioni e gli stupri avvenuti in pieno giorno in diverse stazioni d’Italia.

Le attiviste intervistate hanno dichiarato: “Nelle stazioni ci molestano continuamente, ci fanno catcalling, ci sono stati stupri in pieno giorno in molte stazioni d’Italia, diciamo basta abbiamo il diritto di vivere i nostri spazi.” Hanno chiesto un “reddito di liberazione” per le persone vittime di violenza domestica affinché abbiano le risorse necessarie per uscirne. Le attiviste sono state portate in commissariato per l’identificazione. Durante l’azione, hanno lasciato volantini spiegando il motivo della protesta, raccolti da diverse persone incuriosite.

Questa azione rappresenta la seconda operazione del gruppo femminista “Bruciamo Tutto”, che già il 8 marzo ha interrotto un incontro al Campidoglio sul tema della sostenibilità femminile. Con urla e il lancio di mimose rosse sul palco, simboleggianti il sangue e i femminicidi, hanno protestato contro i discorsi ritenuti inadeguati rispetto alla grave situazione della violenza di genere.