Il rito del papa salutato dai cannoni: trasformare uno strumento di guerra in uno di festa
In questo articolo parleremo di un aneddoto spesso raccontato dai romani riguardante la particolare accoglienza che Papa Innocenzo XII ebbe durante un viaggio da Roma a Civitavecchia
Papa Francesco durante l’ultimo Angelus di domenica 18 febbraio ha dichiarato che le guerre sono una sconfitta ed ha lanciato un appello per invitare alla fine della violenza in Africa, Ucraina e Palestina.
L’utilizzo delle cannonate come rito è spesso associato alla pratica militare, ma nonostante la loro origine bellica, le cannonate in contesti cerimoniali e rituali hanno un importante valore simbolico dovuto alla trasformazione di un oggetto destinato alla guerra in uno strumento di festa.
Le cannonate, con la loro potente risonanza, continuano a essere un elemento imprescindibile di molti riti e celebrazioni in tutto il mondo. Il suono del cannone evoca un senso di solennità e di continuità con le tradizioni del passato.
Abbiamo già dedicato un pezzo riguardo l’usanza dello scoppio di un obice al Gianicolo a mezzogiorno, in questo articolo parleremo di un aneddoto spesso raccontato dai romani riguardante la particolare accoglienza che Papa Innocenzo XII ebbe durante un viaggio da Roma a Civitavecchia. Secondo Costantino Maes, il fatto fu segnalato anche dal giornale di Foligno che descrisse all’epoca l’evento in questo modo: “Giunto nella detta et avanti d’arrivare fu salutato dal cannone della fortezza con palla.”
Si è trattato di un riconoscimento del potere sovrano dei Pontefici sulla terra e sul mare, perché, dice Maes: “Non si contentavano di mettere una buona carica di polvere ai cannoni, e rompere fragorosamente l’aria con un innocente accensione di quella miscela esplosiva, ch’è detta polvere fulminante; no, brave e buone palle si mettevano nel pezzo per onorare degnamente il
Sovrano. La palla del cannone, lanciata sulle acque, le avrà rimbalzate con grandi sprazzi di spuma intorno, ciò che sarà sembrata vista assai sollazzevole e festosa.”
Papa Innocenzo XII, il cui nome all’anagrafe era Antonio Pignatelli di Spinazzola, visse tra il 1615 ed il 1700. Nacque da famiglia nobile e non dimentichiamo che ebbe un ruolo importante per Civitavecchia, al punto da giustificarne l’accoglienza in modo tanto solenne: il pontefice infatti nel 1692 fece realizzare il nuovo acquedotto, dichiarò porto franco lo scalo portuale e le conferì il titolo di Città.
Purtroppo fu anche uno dei papi più avversi all’arte teatrale, al punto che, nel 1697, fece demolire il Teatro Tordinona (vi invitiamo a leggere l’articolo che Vistanet ha dedicato a questo spazio).
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