Curiosità romane. Il mistero delle mani mozze sotto l’obelisco di Villa Celimontana
Un terribile incidente sul lavoro potrebbe essere accaduto durante lo spostamento dell’opera matteiana
L’obelisco fa parte delle antichità della famiglia Mattei, conservate nella villa sul Celio. Esso proviene dalle rovine del Tempio di Iside in Campo Marzio e nel Medioevo fu collocato sul Campidoglio.
Nel 1582 fu donato a Ciriaco Mattei, che lo fece trasportare alla Villa della sua famiglia sul Monte Celio.
Nel 1820 la villa divenne proprietà del principe Emanuele Godoi, che decise di spostare l’obelisco in un altro punto della magione per consentirne il restauro. Secondo un racconto la cui veridicità è incerta, organizzò una festa per l’occasione, ma avvenne un raccapricciante incidente sul lavoro durante la sistemazione e traslazione dell’obelisco. Sembrerebbe infatti che un operaio abbia perso le mani a causa della rottura di una fune che teneva sospesa la struttura. Quest’ultima, cadendo, avrebbe tranciato gli arti al malcapitato mentre era intento a pulire il basamento di uno dei tredici antichi obelischi di Roma.
Si narra che il povero operaio in seguito al doloroso incidente sia impazzito e che il principe decise per compassione di mantenerlo economicamente per il resto della vita.
E a proposito di “mani”, lo scrittore francese Pierre Loti, che visitò l’attuale Museo del Cairo nel 1907, scrisse riguardo la mummia di Ramses II: “Un giorno, d’improvviso, con un gesto brusco, in mezzo ai guardiani che fuggivano urlando di paura ha alzato la mano che è ancora levata e non ha voluto più abbassarsi”.
Non si sa se la storia dell’incidente che causò la perdita delle mani del povero operaio sia vera, ma quel che è certo è che l’obelisco non fu più spostato.
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Roma intitola il ponte dell’Industria a San Francesco d’Assisi e svela la statua bronzea

Roma ha celebrato una giornata di profondo significato civico e spirituale con la cerimonia di intitolazione del riqualificato Ponte dell'Industria, storico collegamento strategico sul fiume Tevere, che d'ora in poi sarà conosciuto come Ponte San Francesco d'Assisi.
Roma intitola il ponte dell’Industria a San Francesco d’Assisi e svela la statua bronzea.
Roma ha celebrato una giornata di profondo significato civico e spirituale con la cerimonia di intitolazione del riqualificato Ponte dell’Industria, storico collegamento strategico sul fiume Tevere, che d’ora in poi sarà conosciuto come Ponte San Francesco d’Assisi.
La decisione, formalizzata con l’approvazione della Giunta Capitolina, accoglie la proposta del Comitato Nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte del Santo, suggellando un legame tra l’imminente Giubileo del 2025 e il centenario francescano che si aprirà nel 2026. L’evento di questa mattina non ha visto solo il cambio di denominazione, ma anche l’installazione di una statua bronzea dedicata al Patrono d’Italia, ispirata a un modello dello scultore Marcello Tommasi e donata dal medesimo Comitato Nazionale. La conclusione di questo importante intervento segna uno dei momenti più significativi del programma del Giubileo 2025, curato da Anas – Gruppo FS Italiane – in qualità di soggetto attuatore per conto del Commissario Straordinario del Governo per il Giubileo, Roberto Gualtieri. La rilevanza dell’appuntamento è stata sottolineata dalla presenza di numerose figure istituzionali di primo piano: hanno partecipato Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla Sicurezza della Repubblica, Roberto Gualtieri, che ricopre la doppia veste di Commissario Straordinario e Sindaco di Roma Capitale, il cardinale Baldassarre Reina, Vicario Generale di Roma e Arciprete della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano, Davide Rondoni, Presidente del Comitato Nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, Claudio Andrea Gemme, Amministratore Delegato di Anas, e Giuseppe Pecoraro, Presidente di Anas.
Il Sindaco Gualtieri ha espresso grande soddisfazione, definendo l’intitolazione a San Francesco d’Assisi una bellissima scelta, non solo in virtù della sua figura di Patrono d’Italia, ma per tutto ciò che il Santo ha rappresentato e continua a rappresentare; ha evidenziato che il ponte è stato completamente rinnovato a seguito del terribile incendio che lo aveva danneggiato, un’opera che, pur mantenendo restaurati gli arconi storici dell’Ottocento, oggi si presenta come un nuovo ponte, una struttura ciclopedonale che unisce le due sponde e che presto godrà anche di un’illuminazione straordinaria, configurandosi come un simbolo di pace e fraternità.
Gualtieri ha calorosamente ringraziato tutti coloro che hanno contribuito, dai lavoratori, alle amministrazioni, agli ingegneri, alle imprese e in particolare Anas, per il lavoro straordinario svolto, lodando le competenze di livello mondiale e le soluzioni tecnologiche e ingegneristiche avanzate, come l’utilizzo di tecnologie mutuate dalle piattaforme petrolifere per i piloni fluviali, un’opera eccezionale che restituisce alla città un ponte pienamente rinnovato. Ha inoltre rivolto un ringraziamento specifico al Sottosegretario Mantovano per l’intuizione dell’intitolazione, accolta con gioia.

Il ponte San Francesco
Anche il cardinale Baldassarre Reina ha sottolineato il grande significato della realizzazione di questo ponte e della contestuale collocazione della statua, richiamando in particolare il tema della fraternità in un tempo in cui le relazioni umane sono segnate da sofferenza e violenza, invitando i cittadini a incontrare l’immagine pacifica di Francesco come un messaggio di straordinaria grandezza che invita a sentirsi fratelli e a costruire percorsi di autentica amicizia. Contestualmente all’installazione della statua, si è concluso anche il restauro degli arconi storici della struttura: l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme, ha ribadito l’impegno dell’azienda che ha lavorato con la massima attenzione tecnico-scientifica per restituire a Roma un’opera storica valorizzata e pienamente integrata con gli standard di sicurezza e funzionalità odierni.
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