I segreti della Garbatella? Ve li sveliamo noi!

Esplorare la Garbatella significa immergersi in una parte autentica di Roma, dove la storia e la modernità si intrecciano creando un'atmosfera unica e indimenticabile.
Fondata negli anni ’20 come parte di un progetto di edilizia popolare, la Garbatella conserva in molti punti l’aspetto di un piccolo paese grazie ai suoi lotti, ai cortili interni come veri e propri microcosmi ed ai giardini condivisi (spesso nascosti). L’architettura è un mix di stili, dall’arte deco al razionalismo, con influenze che riflettono le diverse epoche della sua costruzione.
La Garbatella è anche un centro di vita culturale con i suoi teatri (in particolare il Palladium), gallerie d’arte e spazi di ricerca che offrono una vasta gamma di eventi e attività.
Un posto che si è trasformato nel giro di poco tempo da zona popolare a esclusiva con i numerosi ristoranti, trattorie e caffè che offrono un’ampia varietà di cucina romana tradizionale, che riflettono l’identità e la storia della zona.
Un centro di vita brulicante, autentica e antifascista: a tal proposito segnaliamo “Casetta Rossa”, uno spazio gestito da “un gruppo di persone che” – si definiscono – “giorno dopo giorno vuole costruire le condizioni per un altro mondo possibile.”
Un tempo era un dormitorio per gli operai della zona industriale dell’Ostiense,
nato nel 1920 da un progetto urbanistico di Paolo Orlando secondo il quale la zona avrebbe dovuto essere collegata al lido di Ostia attraverso un canale navigabile parallelo al Tevere, che non fu però mai realizzato.
Una parte fu suddivisa in 62 lotti in stile barocchetto romano dall’ICT -Istituto Case Popolari e
prima dei lavori l’area era una zona quasi completamente verde e disabitata.
Numerosi sono stati i dibattiti riguardo la scelta del suo nome: tra le alternative Concordia (per augurio di pace) e Remuria (una dedica a Romolo), per poi alla fine chiamarsi Garbatella in riferimento ad una gentile proprietaria di un’osteria “Garbata Ostella” che offriva riparo ai
bisognosi, anche se quella appena descritta è l’ipotesi più verosimile, diverse sono le teorie riguardo la sua toponomastica.
Scelta frequentemente come set cinematografico da importanti registi come Nanni Moretti, serie mainstream come I Cesaroni, fu tra le ambientazioni del libro “Una vita violenta” di
Pier Paolo Pasolini.
Vi invitiamo quindi a vivere questo luogo dalle suggestive piazze Benedetto Brin, Giovanni Da Triora e Bartolomeo Romano, Via delle Sette Chiese (Vistanet ha già dedicato un articolo a questa via), la romantica Scala degli Innamorati e la Fontana Carlotta, la Chiesa dei Santi Teodoro ed Eurosia.
Attraversate questo pezzo della città (che a Roma è indicato tra la gente comunemente come “quartiere” in realtà appartenente al quartiere Ostiense) con lo spirito di chi giunge ad un villaggio.

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