La sedia stercoraria del Papa. Ai musei Vaticani l’oggetto tra storia e leggenda di una papessa
Oggi abbiamo intervistato la storica dell’arte Francesca Iacoangeli per conoscere l’origine di questa particolarissima sedia.
Chi l’avrebbe mai detto che associate ad un oggetto ci fossero numerose leggende? Parliamo della sedia stercoraria che ora si trova presso i Musei Vaticani, nel Gabinetto delle Maschere.
Oggi abbiamo intervistato la storica dell’arte Francesca Iacoangeli per conoscere l’origine di questa particolarissima sedia.
Che utilizzo se ne faceva?
“Il motivo di questi fori non è condiviso in maniera univoca, ma è probabile che la sedia venisse utilizzata in epoca romana per i bisogni corporali di personaggi illustri. Un’altra versione dice che fu utilizzata per agevolare le partorienti. Nel Medioevo fu scambiata per un trono e quindi considerata adatta per l’utilizzo anche dal papa”.
Quali sono le leggende collegate a questa sedia?
“I romani per goliardia iniziarono a diffondere la voce che il buco servisse per controllare il sesso del papa durante i riti di incoronazione, perché solo un uomo poteva avere questo ruolo. Una diceria nata dal mito medioevale della Papessa Giovanna, in realtà mai esistita. Secondo questp racconto una donna inglese si travestì da uomo e riuscì con l’inganno a diventare papa nell’855 dopo Cristo con il nome Giovanni VIII”.
Quale rito di incoronazione?
“Vero è che l’intronizzazione del papa avveniva nella Basilica di San Giovanni in Laterano, ma non è vero che al papa controllassero i genitali. La sedia , tra l’altro, è molto più antica dell’855. Fu un rito frutto della fantasia di autori protestanti”.
Ci può raccontare brevemente questa storia?
“La papessa ad un certo punto rimase incinta di un servo e partorì davanti ad una folla dopo essere caduta da cavallo mentre era di ritorno dalla celebrazione di una messa. In una delle tante versioni della leggenda. fu per questo uccisa lapidata dal popolo che si sentì ingannato”.
Provoca tanta indignazione l’idea di una donna in un ruolo di potere, secondo lei perché?
“Questo ci dà la proporzione di quanto fosse difficile accettare l’idea di una donna in posizione dominante (ad esclusione dei sovrani) oltre che sessualmente attiva. Questo all’epoca era impensabile, figuriamoci per la chiesa”.
Il racconto è narrato anche da Giuseppe Gioacchino Belli, il quale dedicò un sonetto dal titolo “la papessa GGiuvanna (scritto con due “g”, non si tratta di un refuso).
Fu ppropio donna. Bbuttò vvia ’r zinale
Prima de tutto e ss’ingaggiò ssordato;
Doppo se fesce prete, poi prelato,
E ppoi vescovo, e arfine cardinale.
E cquanno er Papa maschio stiede male,
E mmorze, c’è cchi ddisce, avvelenato,
Fu ffatto Papa lei, e straportato
A Ssan Giuvanni su in zedia papale.
Ma cqua sse ssciorzo er nodo a la commedia;
Ché ssanbruto je preseno le dojje,
E sficò un pupo llí ssopra la ssedia.
D’allora st’antra ssedia sce fu mmessa
Pe ttastà ssotto ar zito de le vojje
Si er Pontescife sii Papa o Ppapessa.
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Mare d’autunno vicino Roma. E tu, andresti a vivere lontano dal caos della città?
È ottobre e nonostante le temperature più rigide, i romani amano recarsi al mare per godere delle ultime giornate assolate. Sono sempre più numerose le famiglie che decidono di lasciare la città per trasferirsi lungo le coste e anche diversi cittadini romani hanno scelto di spostarsi. Abbiamo intervistato chi ha scelto di vivere lungo il litoraneo laziale tutto l’anno, per comprendere le motivazioni che portano i romani a svernare vicino al mare.
Mare d’autunno vicino Roma. E tu, andresti a vivere lontano dal caos della città?
È ottobre e nonostante le temperature più rigide, i romani amano recarsi al mare per godere delle ultime giornate assolate. Sono sempre più numerose le famiglie che decidono di lasciare la città per trasferirsi lungo le coste e anche diversi cittadini romani hanno scelto di spostarsi. Abbiamo intervistato chi ha scelto di vivere lungo il litoraneo laziale tutto l’anno, per comprendere le motivazioni che portano i romani a svernare vicino al mare.
Più romantico che in estate, il mare d’autunno e d’inverno è caratterizzato da temperature più rigide, ma le spiagge, che durante l’estate sono solitamente affollate, si svuotano attirando chi cerca momenti di pace o lunghe passeggiate lungo il bagnasciuga.
Ad ottobre è ancora possibile godere di giornate soleggiate grazie all’influenza mediterranea e durante il maltempo c’è una sensazione di serenità che contrasta con il mare divenuto più agitato. Questo rende la costa affascinante per chi ama osservare le onde e l’atmosfera drammatica che può crearsi.
Abbiamo incontrato chi ha scelto di vivere lungo il litorale laziale tutto l’anno, per comprendere le motivazioni che portano i romani a svernare vicino al mare.
– Potreste raccontarci il motivo per cui avete deciso di trasferirvi dal caos cittadino della Capitale al litorale?
Fabrizio, di Ostia: “Per me e la mia famiglia la decisione è arrivata dopo anni di stress e traffico a Roma. Abbiamo sempre desiderato un po’ più di tranquillità, a Ostia il ritmo della vita è più lento, si respira un’aria più pulita e possiamo godere del mare ogni giorno. È stato un cambiamento radicale, ma per il meglio.”
Chiara, di Ladispoli: “Il desiderio di migliorare la qualità della vita è stata decisiva. Vivo a Ladispoli ormai da tre anni e devo dire che è stato un sollievo abbandonare il traffico infernale di Roma. Poi, c’è il mare, che è una risorsa incredibile. Non solo per rilassarsi ma anche per l’attività fisica. Prima vivevo a Torrevecchia, ma ho sempre amato il mare. Una particolarità è che la sabbia della spiaggia di Ladispoli è nera, a causa della sua componente ferrosa.”
Di parere differente è Francesco, di Tor San Lorenzo, Marina di Ardea:
“Il motivo principale è legato al costo delle case, qui è molto più basso rispetto a Roma, gli appartamenti costano meno della metà. Dopo l’entusiasmo iniziale, devo dire però che un po’ mi sono pentito di aver lasciato Roma, una città piena di opportunità. Però se vi capita di venire da queste parti è interessante visitare il Museo Manzù di Ardea.”
– Come vi trovate con i collegamenti per tornare in città? Avete ancora legami professionali o personali a Roma?
Fabrizio di Ostia: “Certamente. Io lavoro ancora a Roma, quindi ho mantenuto il mio lavoro e faccio il pendolare. Certo, ci vuole un po’ di organizzazione, ma con il treno o l’auto riesco a gestire tutto. E devo dire che, una volta tornato a casa e vedendo il mare, mi sento ripagato di ogni minuto passato in viaggio.”
Chiara di Ladispoli: “Io lavoro da remoto e riesco a gestire la maggior parte delle cose da casa. Quando devo andare in città, però, i collegamenti sono buoni, sia con il treno che con l’autostrada. Da Termini, Ostiense e Trastevere puoi prendere un treno e in 3-4 fermate arrivi a Ladispoli.”
Francesco, di Tor San Lorenzo, Marina di Ardea: “Qui non hanno mai realizzato un trenino diretto con Roma, ma c’è un bus che in un’oretta ti porta ad Eur Fermi. Con la macchina in mezz’ora sei a Roma.”
– Vi manca mai qualcosa della vita a Roma?
Fabrizio di Ostia: “Qui a Ostia c’è tutto, non invidiamo chi vive a Roma, raggiungibile comunque facilmente ed in più abbiamo il vantaggio del mare. Farei questa scelta altre 1000 volte.”
Chiara di Ladispoli: “Io ho trovato una pace che non cambierei mai con la frenesia della città.”
Francesco, di Tor San Lorenzo: “Mi manca molto la vita culturale di Roma, non tanto la movida. È proprio dal caos che sono fuggito. Che io sappia a Marina di Ardea non ci sono cinema, forse delle associazioni di teatro. È dura, ma con una buona connessione ad internet, tanti libri, un po’ di tv e la giusta compagnia, ce la si può fare. Vivere soli qui è per me difficile, un giorno tornerò a Roma, ma ormai i prezzi degli appartamenti sono proibitivi e con il Giubileo è diventato quasi impossibile anche affittare una stanza.”
E tu, andresti a vivere in una casa vicino al mare?
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