Lo sapevate? Un papa fu colpito da un fulmine dentro San Pietro
Mentre il pontefice stava per inginocchiarsi per la confessione, la scarica di un fulmine fu talmente violenta che fu in grado di provocare la caduta di un lastrone da una finestra della cupola progettata da Michelangelo.
Una foto suggestiva con un fulmine che colpisce la Basilica di San Pietro ha fatto il giro del web, ma non tutti sanno che in passato un papa è rimasto quasi folgorato.
A narrarlo è nel 1885 Costantino Maes, bibliotecario e pubblicista romano che ha dedicato parte del suo lavoro alle curiosità romane.
Secondo quanto ci racconta, papa Pio VI (eletto nel 1775) si recò, come suo solito, a San Pietro. Leggendo la descrizione la giornata fu particolarmente piovosa, indicata addirittura come “tempestosa e spaventevole”. Sembrerebbe che, mentre il pontefice stava per inginocchiarsi per la confessione, la scarica di un fulmine fu talmente violenta che fu in grado di provocare la caduta di un lastrone da una finestra della cupola progettata da Michelangelo. La saetta si sarebbe scaricata vicino al Pontefice, che rischiò anche di essere colpito dallo stesso lastrone frantumato in mille pezzi.
Le persone presenti credettero che il fulmine avesse colpito il papa a morte, ma fortunatamente ne uscì illeso e la sua reazione fu inaspettatamente molto tranquilla e serena, continuando a pregare come se non fosse accaduto nulla.
Non si sa se il racconto sia una leggenda o un fatto realmente accaduto, anche perché molte narrazioni dei romani delle vecchie generazioni furono effettuate soprattutto oralmente e si mischiano spesso tra realtà e finzione.
Tra l’altro questo papa aveva molte caratteristiche che lo rendevano particolarmente adatto ad una leggenda: nacque nel 1717 proprio il giorno di Natale, il suo conclave fu particolarmente difficile per la soppressione della Compagnia di Gesù, era amante delle cerimonie e del fasto, aveva un aspetto fisico imponente e maestoso, oltre ad essere dotato di uno spiccato contegno regale che produceva notevole impressione ai suoi contemporanei. Addirittura Goethe lo descrisse come “la più bella e dignitosa figura virile”. Fu un papa terribile, intransigente e intollerante. Predispose inoltre l’arresto di Cagliostro, un mago, e qualcuno potrebbe aver creato la storia del fulmine per alimentare il suo mito.
Sempre a S. Pietro è possibile vedere una statua in marmo del Canova dedicata a questo papa e secondo rumors in riferimento proprio a questo evento, considerato un presagio dell’arrivo a Roma delle conseguenze della Rivoluzione francese.
Dal sito dei Beni culturali la descrizione della statua che ne fa Stefani è la seguente: “Il papa, inginocchiato e con le mani giunte, volge gli occhi al cielo. Il volto esprime un’intensa emozione spirituale mentre di grande effetto “è il sontuoso manto che segue sul retro, come un flusso semovente di pieghe, la figura del pontefice inginocchiato. Un espediente che collega abilmente il corpo ai piani che lo sorreggono: due gradini su cui è posata la tiara”.
Un racconto che ha un collegamento concettuale con l’opera “La nona ora” di Maurizio Cattelan, una scultura dove Papa Wojtila viene colpito da un meteorite pur rimanendo illeso.
In tal senso, un papa colpito dalla forza degli elementi e ne esce salvo, si configura come una sorta di archetipo sulla capacità della Chiesa di rimanere in piedi nonostante gli aspetti controversi che l’hanno spesso caratterizzata nel corso dei secoli (ad esempio la Santa Inquisizione) o, al contrario, simbolo dell’eterna lotta tra bene e male.
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Un raggio di sole nel verde: il parco di Tor Marancia apre un nuovo ingresso

In una Roma che spesso lotta per mantenere la sua bellezza naturale, l’apertura di un nuovo accesso al Parco di Tor Marancia rappresenta un piccolo grande passo verso un futuro più verde.
Un raggio di sole nel verde: il parco di Tor Marancia apre un nuovo ingresso.
In una Roma che spesso lotta per mantenere la sua bellezza naturale, l’apertura di un nuovo accesso al Parco di Tor Marancia rappresenta un piccolo grande passo verso un futuro più verde.
Con una cerimonia che ha visto la partecipazione di illustri rappresentanti locali tra cui il Sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia e i presidenti di Municipio e Consorzio Tor Marancia, rispettivamente Amedeo Ciaccheri e Carlo Odorisio, si è celebrata l’inaugurazione di un’area di oltre sette ettari di natura riqualificata, collocata in posizione strategica davanti a Piazza Lante, cuore pulsante del Municipio Roma VIII.

Il parco
Ma cos’ha di speciale questo parco? Innanzitutto, i visitatori hanno a disposizione un sistema di terrazzamenti che non solo abbellisce il paesaggio, ma offre anche un’area attrezzata perfetta per pic-nic ed attività all’aperto. La zona, contraddistinta da un elegante accesso pavimentato, è costellata di piazzole arredate con panchine, tavoli, cestini e giochi per i bambini, il tutto incorniciato da una scenografia naturale che richiama la dolcezza delle campagne romane. Qui, il cammino che connette i diversi spazi termina in un secondo accesso, situato all’incrocio con via Sorbi, offrendo un passaggio sicuro ed esteticamente piacevole.
La pavimentazione dell’area principale comprende circa 700 mq di superficie, elegantemente delimitata da muretti in tufo a vista, che fungono da contenimento e sostegno per piccoli terrazzamenti rinverditi. Questo accorgimento architettonico non solo abbellisce, ma rispetta anche il profilo naturalistico del parco. Le restanti quattro piazzole “a giardino”, ciascuna di circa 200 mq, regalano ombreggiatura e comfort a chi desidera godere di un momento di relax all’aria aperta.
Il progetto non si limita alla sola area attrezzata. Un ampio poggio a prateria, che rappresenta oltre l’80% dell’intera superficie, è stato appositamente mantenuto in uno stato pressoché naturale, permettendo così alla flora locale di prosperare. Qui, gli interventi di bonifica vegetazionale e il recupero dei percorsi spontanei garantiscono il rispetto dell’ecosistema locale, creando un equilibrio armonioso tra uomo e natura. In questo contesto, gli interventi di rimboschimento, decespugliamenti strategici e il riassetto dei sentieri sono stati progettati per valorizzare ulteriormente l’area, il tutto con un investimento pari a 1,9 milioni di euro.
Ma com’è iniziata la storia del Parco di Tor Marancia? Fino a pochi mesi fa, l’accesso alle bellezze naturali di questa tenuta era limitato, con soli due ingressi: quello di viale Londra, inaugurato nel 2018, e l’ingresso poco pratico di Piazza Lante. Ora, con l’apertura della nuova area, oltre venti ettari del parco sono finalmente fruibili dai cittadini, un traguardo significativo considerando che la realizzazione del parco era ferma da oltre 20 anni. Sebbene fosse stata deliberata nel 2003 dal Consiglio comunale per vincolare 200 ettari di campagna romana al Parco dell’Appia Antica, le questioni legate alle compensazioni e all’acquisizione delle aree avevano bloccato il progetto per anni.
Con il nuovo impulso dato dall’Assessorato all’Urbanistica nel 2021, la situazione è cambiata drasticamente. La prima area di 13 ettari è stata aperta nell’agosto 2022 con ingresso da via di Grotta Perfetta, seguita dalla conclusione dei lavori per la porzione di Piazza Lante, culminando nell’inaugurazione odierna.
Oltre alle aree verdi, Roma Capitale sta intraprendendo un piano di recupero dei tre casali noti come AFA6, situati all’interno della tenuta. Progetti ambiziosi sono in atto per riqualificarli, destinandoli sia alle funzioni agricole tradizionali sia a spazi aggregativi e culturali per la comunità. Con un investimento stimato in circa cinque milioni di euro, questo ulteriore intervento arricchirà il patrimonio culturale e sociale della zona.
Il sindaco Gualtieri ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto, sottolineando l’importanza del nuovo accesso e l’impegno della sua amministrazione nella creazione di spazi verdi curati e accessibili. Ha rimarcato che la riapertura del parco rappresenta non solo un traguardo, ma un punto di partenza per ulteriori progetti che mirano a restituire alla città polmoni verdi vitali e ben curati.
In conclusione, il presidente del Municipio, Amedeo Ciaccheri, ha celebrato questo momento come simbolo della resilienza e perseveranza di cittadini e attivisti che da oltre tre decenni si battono per la tutela dell’agro romano. Con l’apertura di questo parco pubblico, Roma non solo guadagna un nuovo spazio da esplorare, ma celebra anche una vittoria collettiva nel nome della natura e della comunità. Così, mentre ci si prepara a immergersi in questo angolo di verde, la speranza è che sia solo l’inizio di una nuova era per i parchi romani.
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