Lo riconosci? Architettura popolare a Roma sud-ovest, edilizia storica di periferia da tutelare

Situato nel XI municipio, è un complesso urbano di circa 4500 abitanti e 1200 appartamenti che è entrato nell’immaginario collettivo romano come paradigma di degrado.
Situato nel XI municipio, è un complesso urbano di circa 4500 abitanti e 1200 appartamenti che è entrato nell’immaginario collettivo romano come paradigma di degrado. Parliamo di un palazzo sito in via Poggio Verde 1988, che nacque seguendo il modello dell’architetto Le Corbusier.
Detto anche “il Serpentone” proprio per il suo aspetto mastodontico, in questo articolo cercheremo di approfondire la sua storia e di spiegare perché, anziché essere simbolo di abbandono, il Corviale invece dovrebbe essere un complesso da valorizzare e tutelare.
Composto da tre edifici, di proprietà dell’ATER e del Comune di Roma, nacque da nobili intenzioni progettuali dell’architetto Fiorentino, che erano quelle di costruire una struttura dotata di servizi efficienti con teatri all’aperto, uffici, biblioteche e appartamenti panoramici affacciati sul verde. Fiorentino morì prima che il progetto fu completato e di fatto fu un sogno che non si è mai realizzato secondo quelle che erano le sue aspettative, in quanto, per ritardi e impedimenti, i lavori furono sospesi più volte e parte del palazzone venne anche occupato abusivamente da oltre 700 famiglie.
Anche alcune zone destinate ai servizi ora sono occupate ed utilizzate come abitazioni e questa situazione ha trasformato il Serpentone nel simbolo dell’abbandono delle periferie romane. Un cliché che dovrebbe invece essere abbattuto (e non il palazzo come suggeriva Fuksas), in quanto non sono le occupazioni ad aver causato la sua decadenza, ma l’abbandono da parte delle istituzioni.
Nel corso degli anni sono state numerose le idee di riqualificazione della zona, come il centro culturale ed artistico “Il Mitreo”, reso vivo grazie alle intenzioni poetiche dell’artista Monica Milani. Grazie a lei esiste ora “un presidio culturale, un’opera d’arte collettiva di sperimentazione creativa, inclusione sociale e beni relazionali, nato per testimoniare il valore salvifico dell’arte e della conoscenza, sorto dalle ceneri di ogni incuria, abbandono e scarto.”
L’Associazione MitreoIside ha investito, oltre 1 milione e 200.000 euro e solo il 20 per cento del totale è dato dato per gestire uno spazio polifunzionale che grazie ai suoi corsi e laboratori, le migliaia di ore offerte gratuitamente a soggetti svantaggiati, riposiziona come priorità e al centro della contemporaneità il valore sociale e propulsivo dell’arte.
Anche l’architetto Guendalina Salimei con il suo d “Km Verde”, prevede la ricostruzione di 103 nuovi alloggi al posto dei servizi di Fiorentino. I lavori sono cominciati nel 2019 e sono ancora in corso.
Il Corviale si configura come un pezzo di storia da tutelare, dove ci si pone interrogativi sul diritto all’abitare: è ormai socialmente accettato che un individuo, per avere un tetto sulla testa, debba lavorare tutta la vita. Un concetto capitalista che costringe le persone allo scambio, spesso massacrante, tra le proprie ore di esistenza ed il denaro.

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