Delirio per Zerocalcare a Roma. Alla Città dell’Altra Economia in migliaia per “Questo mondo non mi renderà cattivo”

Una fila stratosferica per il noto fumettista, ci siamo recati alla sua prima a Testaccio dove è avvenuta la proiezione delle prime due puntate della serie Netflix, tante installazioni sul suo mondo nello spazio in Largo Dino Frisullo e a seguire il concerto di Giancane, autore delle musiche.
Delirio per Zerocalcare a Roma. Alla Città dell’Altra Economia in migliaia per “Questo mondo non mi renderà cattivo”.
Una fila stratosferica per il noto fumettista, ci siamo recati alla sua prima a Testaccio dove è avvenuta la proiezione delle prime due puntate della serie Netflix, tante installazioni sul suo mondo nello spazio in Largo Dino Frisullo e a seguire il concerto di Giancane, autore delle musiche.
Un evento incredibile per Michele Rech, in arte Zerocalcare: migliaia di persone hanno assistito alla proiezione delle prime due puntate della serie dove alla Città dell’Altra Economia di Roma è stato ricostruito il suo mondo. Dal 9 giugno è disponibile su Netflix e noi non potevamo mancare al debutto dove una folla sconfinata l’ha accolto.
In questa nuova serie oltre ai personaggi storici del mondo calcariano come Sarah, Secco, Sarah, Secco, l’Armadillo, doppiato da Valerio Mastandrea, arriva Cesare che torna nel quartiere dopo 20 anni di assenza. Cosa accade quando una persona torna tanto tempo nel suo quartiere di periferia, dopo aver vissuto le difficoltà della comunità di recupero ed incontra il suo amico dalle posizioni politiche diametralmente opposte? Questo è uno degli spunti della serie di Michele, dove non mancano riferimenti alla classicità come a Orfeo ed Euridice (che lui la fa tornare sola dopo 20 anni in una metafora con l’amico Cesare) e sceglie con attenzione di affrontare temi come inclusività, contraddizioni, conflitti interiori.
Un pubblico variegato, sembra quasi non ci sia un target specifico: Zerocalcare è amato da giovani e meno giovani.
“Non mi aspettavo questo delirio, sono sconvolta” gli dico.
E lui: “Ho cercato in tutti i modi di evitare tutto questo” confermando la sua personalità da antidivo, dove i meccanismi della mitopoiesi sono distanti anni luce dal suo essere.
Dalle sue parole sembra che il successo non l’abbia cercato, ma che è venuto a bussargli alla porta di casa a Rebibbia. Eppure le sue giornate sono scandite da 19 ore di lavoro quotidiane, alla fine delle quali è esausto, una costanza che l’ha giustamente ripagato. Una scelta radicale che riflette la sua personalità che abbiamo amato soprattutto per le sue posizioni coerenti avute in passato: ha fatto conoscere attraverso i suoi fumetti la questione curda, ha preso coraggiosamente posizioni divisive come il caso Ugo Russo, ha posto punti interrogativi intelligenti sull’essere contro la tortura citando il caso Cospito e ad un certo punto, nella serie, solo in pochi se ne accorgeranno compare il frammento di una scritta sul muro con su scritto “Salvo!”. È un possibile riferimento a Salvatore Ricciardi, un ex detenuto autore del libro “Cos’è il carcere” dove è possibile leggere nuovi punti di vista sulla condizione di chi è stato tanti anni in galera: la dilatazione del tempo, le origini storiche della nascita del carcere, l’amore negato e idealizzato, le strategie per non soccombere. La citazione torna ad un certo punto quando tra i cognomi di un citofono compare proprio “Ricciardi”. Questo perché Rebibbia, il quartiere dove l’artista vive, c’è la casa circondariale, ma non solo e che grazie a lui abbiamo imparato a conoscere meglio.
La serie affronta tematiche di spessore politico, che riflettono i suoi principi morali ed etici senza cadere nella retorica portando esempi concreti sulla necessità e difficoltà di prendere una posizione pubblica coerente con quello in cui si crede, dove ad un certo punto assistiamo anche ad uno scontro con esponenti di estrema destra. Parla delle strumentazioni mediatiche, della strumentalizzazione di capri espiatori che trasforma gli ultimi della terra in dei privilegiati, dà voce a chi vive ai margini a “quella pozza di anime che annaspano per continuare a esistere in un posto dove non può vivere nessun altro”.
Con Cesare, Zerocalcare ci fa capire che tra due posizioni nette esistono sfumature molteplici, soprattutto quando in mezzo ci sono l’amicizia, l’amore, le relazioni umane.
Non spoileremo ulteriormente i contenuti: invitiamo quindi a vedere la serie di Zero, un nuovo gioiello maturo e consapevole nato dalla mente sensibile ed intelligente di un autore che è già storia.

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