Expo 2030. Candidata la capitale, moltissime le possibilità che possa vincere

L’iniziativa potrebbe essere una preziosa occasione economica non solo per Roma ma per l’intera Europa. Roma è l’unica capitale europea ad essersi candidata per l’esposizione e potrebbe avere la possibilità di coniugare l’Expo con un altro evento mondiale che si svolgerà nel 2025, il Giubileo.
500 droni hanno attraversato il cielo sopra il Colosseo questo 21 aprile per Humanlands, evento per la candidatura di Roma a Expo 2030, esposizione mondiale per la quale hanno presentato l’offerta anche le città di Busan, Roma, Odessa e Riyadh. Roma attende una fiera internazionale fin dagli anni Trenta del Novecento: l’Eur, fu costruito per ospitare l’Expo del 1942 che non si realizzò più a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
La scelta del 21 aprile coincide con il natale di Roma, festività legata alla fondazione della città da parte di Romolo nel 753 a.C.
La candidatura formale consta di oltre 600 pagine, suddivise in 21 capitoli stilati da Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione, Livio Vanghetti e Alessandro Mancini, ricercatori italiani in collaborazione con le Università romane sotto la supervisione dell’architetto Matteo Gatto.
Il progetto prende il nome di “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione”, dove si prevede una città all’insegna del green e dell’inclusione tra padiglioni, strutture moderne ed il parco solare più grande del mondo esteso per circa 150 mila metri quadrati con alberi energetici e pannelli, alti edifici ed una capacità di 36 megawatt.
L’iniziativa potrebbe essere una preziosa occasione economica non solo per Roma ma per l’intera Europa. Roma è l’unica capitale europea ad essersi candidata per l’esposizione e potrebbe avere la possibilità di coniugare l’Expo con un altro evento mondiale che si svolgerà nel 2025, il Giubileo.
Un valore stimato per circa 50,6 miliardi di euro e la previsione della nascita di circa 11 mila nuove aziende e nuovi 300 mila posti di lavoro.
Intanto si attende la risposta al 23 novembre, dove 171 paesi emetteranno il loro verdetto segreto.
Il logo scelto è quello di una porta aperta sul futuro ispirato all’Arco di Traiano, con una combinazione unica di linee e forme attraverso un algoritmo che genera diverse variazioni in NFT (Non Fungible Token), ossia opera d’arte digitale non riproducibile.
Ci sono buone possibilità che Roma vinca la candidatura. Infatti, secondo Agi, il segretario generale dell’organizzazione intergovernativa che gestisce le Esposizioni Universali e Internazionali (contrazione in “Expo”), la Bureau international des exposition, Dimitri Kerkentzes, ha dichiarato: “Roma è troppo bella, sarà difficile per le altre città competere con Roma. Al Bie siamo felici perché abbiamo una candidatura che sarà un punto di riferimento per il futuro”.
Il presidente del Comitato promotore di Roma Expo 2030, Giampiero Massolo è molto fiducioso:

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Garibaldi l’eroe dei due mondi: la storia del monumento equestre del Gianicolo

Sul Colle del Gianicolo spicca il monumento equestre di Giuseppe Garibaldi, tributo meritato per uno dei più illustri rappresentanti del Risorgimento italiano.
Garibaldi l’eroe dei due mondi: la storia del monumento equestre del Gianicolo.
Sul Colle del Gianicolo spicca il monumento equestre di Giuseppe Garibaldi, tributo meritato per uno dei più illustri rappresentanti del Risorgimento italiano.
A Roma nel punto più alto del Colle Gianicolo sorge il monumento equestre di Giuseppe Garibaldi, opera che ha l’esplicita volontà di esaltare e richiamare le gesta dell’eroe dei due mondi, uno dei padri più nobili del nostro Risorgimento, e al tempo stesso vuole consacrare il ruolo centrale di Roma chiamata ad essere la capitale di una nuova Italia finalmente unita. Il monumento fu inaugurato il 20 settembre del 1895 e durante il ventennio subì un parziale restauro per aggiungere alcuni simboli del regime, nel 1943 però l’opera venne ripristinata ed ulteriormente modifica, infatti, mentre nella prima installazione lo sguardo di Garibaldi era rivolto verso il Vaticano adesso è orientato su Villa Glori ed è il cavallo ad osservare il Cupolone.
L’idea di tributare un monumento al più illustre Massone italiano nasce nel 1883 ad un anno dalla sua morte. Venne istituita dallo Stato Italiano una commissione presieduta dal Presidente del Consiglio Depretis e costituita da un gruppo di parlamentari e dagli artisti Giulio Monteverde, Arrigo Boito, Rosa e Morelli con lo scopo di redigere un bando nazionale e di selezionare il miglior progetto per il monumento a Garibaldi. Nel 1884 Vennero esposti e valutati 37 bozzetti e ad aggiudicarsi la vittoria fu Emilio Gallori al quale però venne chiesto di modificare la base del piedistallo in modo che apparisse più dinamica. Detto, fatto, l’artista nel 1885 presentò un nuovo modello e nel 1891 iniziarono i lavori a San Pietro in Montorio. Il cantiere trovò presto un’interruzione così Gallori propose di trasferire il monumento sul Gianicolo in modo che potesse avere maggior rilievo e visibilità. La commissione decise di approvare questa nuova destinazione ma dal progetto venne escluso l’ossario che doveva contenere i resti dei garibaldini che difesero il Colle del Gianicolo.
Il 19 marzo 1895 alla presenza di Re Umberto e della Regina Margherita venne posta la prima pietra del monumento e nelle fonderie di Roma e Firenze cominciò la forgiatura di tutti gli altri elementi che avrebbero composto l’opera. I lavori furono snelli e tempestivi e il 20 settembre del 1895 la statua equestre di Giuseppe Garibaldi venne finalmente inaugurata.
La data non fu casuale infatti la cerimonia venne svolta in occasione del venticinquesimo anniversario della presa di Roma e all’evento parteciparono non solo le più alte cariche dello stato ma una folla gremita di circa sessantamila persone e un gruppo di reduci garibaldini. Tutti erano accorsi per rendere il meritato omaggio a Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei Due Mondi.

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