Aristocrazia romana, il Nuovo circolo degli scacchi. Un salto nella classe nobile della città
Anche se con la nascita della Repubblica ormai i titoli nobiliari non sono più riconosciuti, le famiglie aristocratiche continuano de facto ad esistere, a riunirsi, si portano dietro miti e leggende. Oggi parleremo di un club esclusivo di Roma, il “Nuovo circolo degli scacchi”.
Aristocrazia romana, il Nuovo circolo degli scacchi. Un salto nella classe nobile della città.
Anche se con la nascita della Repubblica ormai i titoli nobiliari non sono più riconosciuti, le famiglie aristocratiche continuano de facto ad esistere, a riunirsi, si portano dietro miti e leggende. Oggi parleremo di un club esclusivo di Roma, il “Nuovo circolo degli scacchi”.
Con il termine “nobiltà romana” si indica una classe sociale della città di Roma avente numerosi privilegi risalente dal medioevo (anche se taluni preferiscono partire storicamente dal patriziato romano) fino alla fine dello Stato Pontificio.
Oggi conosceremo un club esclusivo, il “Nuovo circolo degli scacchi”, frequentato dalla nobiltà. Attualmente vi aderiscono 683 soci soltanto uomini, ed oltre ai rappresentanti dell’aristocrazia romana, accoglie esponenti dell’”aristocrazia intellettuale” che si sono distinti nel mondo della cultura, della scienza, dell’economia e delle istituzioni. Un vecchio retaggio è che alle donne non è permesso prendervi parte, ma possono accompagnare in taluni casi il partner.
Venne fondato a Roma ufficialmente presso il palazzo Costa a S. Marcello al Corso nel 1872 dopo, si legge nella loro presentazione, “gli eventi drammatici nella società romana del 1870”.
Il riferimento è alla “breccia di Porta Pia”, che sancì la conquista di Roma da parte del Regno d’Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio.
Significativa quindi fu l’adesione al circolo di molte Guardie Nobili Pontificie.
La nobiltà romana si distingue in: famiglie papali, che hanno ottenuto il titolo per aver avuto uno o più papi in famiglia.
Subito dopo c’è la Nobiltà pontificia, rese tali da riconoscimenti derivanti la corte pontificia.
Poi abbiamo le famiglie principesche, le più alte ed influenti famiglie della nobiltà romana.
I Marchesi, aventi un feudo con effettiva giurisdizione e/o cariche nella Corte pontificia.
Famiglie nobili o feudatarie, appartenenti al patriziato dell’Urbe.
I Patrizi Sabini, sono invece famiglie riconosciute nei territori del Lazio.
Solo coloro che sono indicati nel “Libro d’oro” sono riconosciuti come nobili. Si tratta di un registro ufficiale del Regno d’Italia.
Si tratta di una premessa necessaria prima di continuare con la storia di questo circolo: nel 1916 il “Circolo degli Scacchi”, all’epoca presieduto dal Principe Don Giovanni Torlonia ed il “Nuovo Circolo” con a capo il Principe e Duca di Paliano Don Fabrizio Colonna si fusero determinando la nascita del “Nuovo Circolo degli Scacchi” del quale divenne Presidente lo stesso Principe Colonna.
Il club ha avuto diverse sedi prestigiose oltre palazzo Costa, presso la chiesa di San Marcello al Corso nel rione Trevi: nel 1884 si spostarono a piazza Venezia presso a palazzo Torlonia, per poi tornare in via del Corso nel 1889 a palazzo Pericoli.
Attualmente si trova dal 1990 a palazzo Rondanini, uno dei più prestigiosi palazzi in stile barocco di Roma in via del Corso 518. Un tempo, qui, era la sede della Pietà Rondanini di Michelangelo prima di essere trasferita al castello Sforzesco di Milano.
Del resto l’aristocrazia romana ha fatto della costruzione dei prestigiosi palazzi, con ricche decorazioni ed il coinvolgimento di architetti di prestigio, la chiara dimostrazione dell’influenza di una famiglia.
Il “Nuovo Circolo degli Scacchi” si autodefinisce come “un’associazione culturale privata senza fini di lucro, che ha lo scopo di coltivare gli interessi culturali e vincoli di amicizia fra i propri Soci offrendo loro a tal fine un luogo di convegno per incontri sociali, culturali e sportivi. L’appartenenza al Circolo comporta l’osservanza delle regole di correttezza e di convenienza sociale nella vita privata ed associativa. Non sono consentite riunioni di carattere politico e confessionale”.
Infatti fin dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’aristocrazia è stata depositaria degli antichi valori del patriziato dell’età classica.
Anche se con la nascita della Repubblica ormai i titoli nobiliari non sono più riconosciuti, le famiglie aristocratiche continuano de facto ad esistere, a riunirsi, si portano dietro miti e leggende.
Ti accolgono nelle loro case meravigliose, fatte di numerose stanze e ritratti di famiglia. Molti di loro vivono ancora nel lusso degli averi ereditati da generazioni, indossano lo chevalier, ossia un anello con lo stemma della casata di appartenenza, altri invece vendono un pezzo alla volta i loro averi. Sono spesso artisti, altre volte mecenati, obbediscono ai dettami del “bon ton”, inseguono stile, raffinatezza, classe ed eleganza. Ma non per tutti è così: alcuni nascondono il loro vero cognome, prendono parte a gruppi alternativi punk, rifiutano le differenze di classe sociale: nessun “Noblesse Oblige”.
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