Lo sapevate? Molte vie romane, come via dei salumi, sono dedicate al cibo. Vediamole insieme

Roma è ricchissima di indirizzi estremamente particolari, molti dei quali dedicati alle botteghe alimentari che un tempo vi erano presenti, a conferma del fatto che il centro storico era dedicato alla produzione del cibo.
Lo sapevate? Molte vie romane, come via dei salumi, sono dedicate al cibo. Vediamole insieme.
Roma è ricchissima di indirizzi estremamente particolari. La toponomastica narra storie di persone, luoghi, esistenze che non ci sono più.
Roma è ricchissima di indirizzi estremamente particolari, molti dei quali dedicati alle botteghe alimentari che un tempo vi erano presenti, a conferma del fatto che il centro storico era dedicato alla produzione del cibo.
Via dei salumi a Trastevere, ad esempio, prende il nome dai depositi di insaccati che si trovavano in concomitanza della via tra via dei vascellari (dai vasai che lavoravano un tempo nella zona) e via della luce (nome derivante dalla chiesa di S. Maria della Luce vicina).
In zona Tridente , troviamo via delle paste, nome dovuto alle fabbriche di paste alimentari che ivi esistevano, come la concomitante via de’ pastini (dai fabbricanti di pasta all’uovo).
Non solo botteghe alimentari ovviamente (come nel caso di via delle botteghe “oscure”, per la mancanza delle finestre di quest’ultime).
Diciamo che più che al cibo, molte vie sono dedicate al lavoro. È il caso, ad esempio, di via dei conciatori (zona ostiense) e via della pelliccia (ancora Trastevere).
Storia diversa ha via de’ burro’, la cui origine non è per il gustoso latticino, ma presumibilmente per “bureaux” (che significa ufficio), punto di riferimento durante l’occupazione francese del 1798.
Quando non sono intitolate a nomi significativi, molti indirizzi hanno un’origine piuttosto semplice, immediata, che rimanda alla storia passata ma relativamente recente del posto.
Altre vie che traggono in inganno sono ad esempio via della Pigna, che prende il nome non dalla pianta, ma dal Rione e dalla Chiesa S. Giovanni alla Pigna; o via dell’arco della ciambella, per la corona dorata che circonda l’occhio della volta vicina che prese il nome, appunto, di Ciambella. Quest’ultima si trova tra via di Torre Argentina (dalla Torre appartenuta a Giovanni Burcardo, vescovo Argentiniense di Strasburgo) e via dei cestari (dall’industria e dalla vendita di cesti e panieri).
Nella zona di Torpignattara un tempo scorreva dell’acqua, che incontrava sorgenti sulfuree che la facevano bollire. Per questo il nome “via dell’acqua bullicante” è dedicato a questo tratto tra via Casilina e la Prenestina a Roma est. Bullicare, infatti, è un sinonimo di “bollire”.
La parola toponomastica trae origine dalle parole greche tópos (ossia luogo) e onoma (che significa nome), ed è affascinate perché narra storie di persone, luoghi, esistenze che non ci sono più. Troppo spesso si cammina tra le vie, i vicoli, senza quasi mai chiedersi perché compare un certo nome. Il turista, ma soprattutto il romano, dovrebbe interrogarsi sui fatti storici legati alle strade che attraversa, oltre ovviamente a conoscere i monumenti presenti in città.
Non tutti sanno che la toponomastica è parte della linguistica, impegnata a comprendere i nomi attribuiti alle entità geografiche.

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