Lo sapevate? Il magnifico roseto di Roma ospita più di mille specie di rose diverse

Il roseto comunale, uno dei giardini più belli e romantici di Roma, ospita circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa maleodorante. Ma ne esistono tante altre, alcune delle quali molto belle e rare. Scopriamo insieme quali sono le specie più importanti.
Lo sapevate? Il magnifico roseto di Roma ospita più di mille specie di rose diverse.
Il roseto comunale, uno dei giardini più belli e romantici di Roma, ospita circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa maleodorante. Ma ne esistono tante altre, alcune delle quali molto belle e rare. Scopriamo insieme quali sono le specie più importanti.
Le origini del giardino sono molto antiche e già dal III sec. a.C., il luogo in cui sorge il roseto, era adibito alla coltivazione di piante e fiori.
Il Roseto comunale di Roma, unico al mondo per la sua spettacolare posizione, si adagia sulle pendici dell’Aventino, di fronte ai resti del Palatino, appena sopra il Circo Massimo. Di dimensioni contenute, offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di Santa Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga, al Vittoriano, fino ad arrivare all’osservatorio di Monte Mario.
Fin dal III sec. a.c. il luogo in cui sorge il roseto era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo.
Ricoperto di orti e vigne fino a tutto il XVI sec., divenne, nel 1645, l’Orto degli Ebrei con annesso il piccolo cimitero della Comunità. Dal 1934, anno del trasferimento del cimitero ebraico al Verano, l’area, destinata dal piano regolatore generale di Roma a Parco, rimase incolta fino al 1950, quando divenne sede del nuovo roseto comunale. L’antico, che si trovava sul colle Oppio, era andato distrutto nella seconda guerra mondiale. Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele in ricordo della precedente destinazione, e i vialetti che dividono le aiuole nell’area collezione, assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo. Il giardino segue la pendenza del terreno con una forma ad anfiteatro. Il disegno architettonico vuole mimetizzare la frattura orizzontale costituita da via di valle Murcia, che divide il giardino in due parti.
Nell’area più vasta si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne. Nella parte in basso, più piccola, si trovano i settori dove vengono dimorate le rose partecipanti al “Premio Roma” e la collezione delle rose che, dal 1933 – anno della prima edizione svoltasi a Colle Oppio – hanno vinto questa prestigiosa manifestazione.
L’idea di un roseto a Roma si deve all’interessamento della Contessa Mary Gailey Senni, al suo amore per la natura e a una notevole conoscenza botanica. Americana di nascita, si sposò con un conte italiano e rimase a vivere in Italia. Donna dal carattere deciso e caparbio dovette lottare non poco per vedere realizzato il suo progetto. Nel 1932 fu aperto il roseto sul colle Oppio. Il luogo fu scelto perché vi si trovava già una raccolta di numerose piante di rose provenienti dal Vivaio del Governatorato. La contessa partecipò a tutte le fasi di realizzazione del roseto, e fu anche l’artefice della sua promozione all’estero. L’anno seguente l’apertura, fu istituito il “Premio Roma”, (secondo al mondo per costituzione, preceduto solo da quello di Bagatelle, vicino Parigi) di cui fu la curatrice ed al quale partecipò per molti anni come componente della giuria.
In un’area di circa 10000 m² in leggero declivio, divisa in due da via di Valle Murcia (aperta nel 1934), si trovano circa 1 100 diverse specie di rose. Nel settore più grande sono ospitate le varietà che permettono di tracciare l’evoluzione della rosa dall’antichità a oggi, suddivise tra “rose botaniche”, “rose antiche” e “rose moderne”.
Di particolare importanza la collezione di “rose botaniche” e “rose antiche”, la cui diffusione iniziò a declinare dopo l’inizio delle ibridazioni con le rose cinesi, importate a partire dagli inizi del XIX secolo, che diedero l’inizio alle numerosissime varietà delle “rose moderne”.
Nella seconda sezione, più piccola, vengono ospitate le nuove varietà di rose appena create, inviate qui da tutto il mondo, che dopo una permanenza di due anni partecipano al concorso internazionale “Premio Roma” per nuove varietà.
In totale gli oltre 1000 esemplari di rosa provengono da più di 20 paesi, comprese varietà rare e particolari, come la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni, la Rosa Omeiensis Pteracantha, con spine a forma di ala e un fiore a quattro petali, la Rosa Phoetida, bellissima ma maleodorante. Tra le semplici alberature che delimitano il giardino, invece, trovano dimora alcuni cipressi secolari.
Tutte le piante presenti nel roseto, eccetto quelle in gara per il concorso, sono identificate tramite una targa che ne specifica varietà, origine, categoria di appartenenza e anno in cui è stata scoperta o ottenuta per la prima volta. I nomi dati ai diversi esemplari sono variegati tanto quanto i fiori stessi e spesso ispirati ad artisti, scrittori e personaggi famosi, legati alla qualità della rosa stessa o al paese d’origine, o puramente inventati. Ogni nome di ogni esemplare è tuttavia registrato ed iscritto all’interno di un albo ufficiale.

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