Monumenti romani: le terme di Caracalla, uno dei più estesi e sfarzosi bagni della Roma antica
Ricchissime di marmi, affreschi e mosaici, le terme di Caracalla erano un gigantesco centro sportivo, con bagni caldi e freddi, piscina, saune, sale di ginnastica e di ritrovo abbellite da cupole, colonnati e giardini. Scopriamo insieme questo luogo unico.
Monumenti romani: le terme di Caracalla, uno dei più estesi e sfarzosi bagni della Roma antica.
Ricchissime di marmi, affreschi e mosaici, le terme di Caracalla erano un gigantesco centro sportivo, con bagni caldi e freddi, piscina, saune, sale di ginnastica e di ritrovo abbellite da cupole, colonnati e giardini. Scopriamo insieme questo luogo unico.
Un complesso unico per dimensioni e decorazioni, queste terme rappresentano uno dei grandi edifici imperiali meglio conservati dell’antichità.
Le terme di Caracalla o antoniniane sono ancora conservate per gran parte della loro struttura e non hanno intorno edifici moderni. Furono fatte costruire tra il 212 e il 216 d.C. da Caracalla, figlio di Settimio Severo, che inaugurò l’edificio centrale nel 216 d.C.
La pianta rettangolare è tipica delle “grandi terme imperiali”: un luogo unico dove poter fare il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. Il blocco centrale è quello destinato alle Terme: qui si aprono il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e la natatio. Ai lati, le due palestre e gli spogliatoi. Nel recinto che circonda l’area centrale erano presenti le cisterne e le due biblioteche simmetriche, quindi gli accessi principali e le tabernae.
Furono le più imponenti mai edificate nell’Impero romano fino all’inaugurazione delle terme di Diocleziano (306).
Nei sotterranei lavoravano centinaia di schiavi e di operai specializzati che facevano funzionare la macchina tecnologica delle Terme. Conservati per circa due chilometri, i sotterranei erano un labirinto di gallerie dove si trovavano i depositi di legname, l’impianto di riscaldamento, costituito da forni e caldaie, un impianto idrico, un mulino e il Mitreo, uno dei più grandi conservati nella città di Roma.
Abbandonate e riutilizzate a varie riprese anche a fini abitativi (l’area circostante fu usata anche come cimitero per inumazioni), le terme e l’area circostante vennero anche sfruttate come zona agricola e vigneto dai proprietari di ville vicine o di enti ed associazioni ecclesiastiche. Dall’abbandono nel VI secolo furono usate come cava da riutilizzare per l’edilizia di qualità: il duomo di Pisa e la basilica di Santa Maria in Trastevere contengono, ad esempio, strutture architettoniche prelevate dall’area termale.
Le terme furono oggetto di scavo sin dal XVI secolo, quando, sotto il pontificato di papa Paolo III si rinvennero qui diverse statue, sopravvissute alle distruzioni medievali. Molte di queste opere, entrate nella collezione Farnese, furono portate poi a Napoli. Tra i pezzi di scultura più importanti rinvenuti tra le rovine delle terme è da ricordare il Toro Farnese, ora al Museo archeologico nazionale di Napoli. L’ultima colonna di granito intera venne rimossa dalla “natatio” nel 1563 per essere donata da papa Pio IV al primo granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, che la fece collocare al centro di piazza Santa Trinita a Firenze, dove divenne la colonna della Giustizia.
Qualche curiosità: durante le Olimpiadi di Roma del 1960, le Terme di Caracalla ospitarono le gare di ginnastica.
A causa del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009 l’edificio ha subito alcuni piccoli danni.
Dal 1937 la parte centrale delle terme è utilizzata per concerti e rappresentazioni teatrali all’aperto e in particolare per la stagione estiva dell’Opera di Roma.
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