Monumenti romani: Sant’Ignazio di Loyola, meraviglia del barocco, ricca di illusioni prospettiche
La chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio è un luogo di culto cattolico di Roma; in splendido stile barocco italiano, è adiacente al Collegio Romano di cui era cappella universitaria e affaccia su piazza Sant'Ignazio. Presenta diverse illusioni prospettiche e ha una cupola che in realtà è solo un'illusione ottica. Andiamo alla scoperta di questo luogo così particolare.
Monumenti romani: Sant’Ignazio di Loyola, meraviglia del barocco, ricca di illusioni prospettiche.
La chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio è un luogo di culto cattolico di Roma; in splendido stile barocco italiano, è adiacente al Collegio Romano di cui era cappella universitaria e affaccia su piazza Sant’Ignazio. Presenta diverse illusioni prospettiche e ha una cupola che in realtà è solo un’illusione ottica. Andiamo alla scoperta di questo luogo così particolare.
I lavori per la realizzazione della chiesa cominciarono nel 1626 e fu dedicata a Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, che era stato canonizzato il 12 marzo 1622.
Grande mecenate dell’opera fu il vescovo Ludovico Ludovisi, nipote di papa Gregorio XV, che era deceduto nel 1623 ed aveva canonizzato Ignazio di Loyola. L’edificio è stato più volte attribuito a vari architetti, che hanno operato nella prima metà del XVII secolo a Roma: Domenichino, Girolamo Rainaldi, Alessandro Algardi (a quest’ultimo viene comunque attribuita la maestosa facciata).
La Chiesa nasconde una spettacolare illusione ottica che lascia tutti a bocca aperta. Per sopperire alla mancanza di fondi destinati alla costruzione della cupola, il frate gesuita (nonché pittore) Andrea del Pozzo ideò uno stratagemma ingegnoso.
Agli occhi del visitatore la gigantesca cupola appare in tutto il suo splendore, ma percorrendo la navata per scorgerla da vicino si nota un appiattimento. Un insolito fenomeno facilmente spiegabile: la cupola non fu mai realizzata per alcuni problemi tecnici.
Andrea del Pozzo, per non lasciare l’edificio sacro incompleto, decise di dotarlo ugualmente di una cupola, anche se fittizia, dipingendola con la tecnica del trompe-l’oeil, creando un’illusione ottica che permettesse di percepirla tridimensionale se guardata da un determinato punto di vista segnato sulla pavimentazione.
Del Pozzo sistemò al di sopra del soffitto un dipinto prospettico realizzato su tela che, se guardato da un preciso punto, dà l’impressione di essere tridimensionale.
Per ammirare questa spettacolare illusione ottica bisogna andare verso l’altare e posizionarsi sul tondo dorato che si trova nel marmo pavimentale della navata centrale. La maestosa cupola in muratura prevista dal progetto, forse per motivi economici, non venne mai realizzata. Si dice anche che siano stati gli abitanti del luogo a non desiderare una cupola troppo grande che oscurasse loro il sole.
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