Lo sapevate? A Roma mangiare lumache “porta bene”. Superstizioni culinarie e tradizione popolare
Un piatto di lumache al sugo, o anche detta “a ciumacata”, a Roma è considerata una vera prelibatezza, ma anche un modo per scongiurare la sfortuna. Scopriamo perché.
Lo sapevate? A Roma mangiare lumache “porta bene”. Superstizioni culinarie e tradizione popolare.
Articolo di Rita Chessa.
Un piatto di lumache al sugo, o anche detta “a ciumacata”, a Roma è considerata una vera prelibatezza, ma anche un modo per scongiurare la sfortuna. Scopriamo perché.
Un toccasana propiziatorio che per alcune famiglie romane è praticato tutto l’anno e che affonda le sue radici nella festa del 24 giugno dedicata a San Giovanni, in occasione della “Notte delle streghe”. Secondo racconti popolari di fine 1700, durante la notte della vigilia, le streghe girovagavano per Roma a caccia di anime e si davano appuntamento vicino la basilica per il Sabba. Le persone quindi si incontravano per il solstizio d’estate, arrivando da ogni parte della città e da diverse regioni per unirsi alla festa che si svolgeva sui prati della chiesa di San Giovanni in Laterano. Tra musica, canti e balli, venivano consumate le lumache, preparate dalle osterie in occasione dell’evento.
Le chiocciole in cucina erano apprezzate sin dall’impero romano, citate come delizia ne il “De Re Coquinaria” di Apicio, raccolta di ricette dell’antica Roma.
Masticare “qualcosa con le corna” era considerato di buon auspicio: significava, per chi lo credeva, allontanare le negatività e le discordie.
Per preparare un piatto di lumache con la ricetta “San Giovanni” occorre recuperare i molluschi qualche giorno prima della cottura, generalmente dopo una giornata di pioggia, in modo da permetterne la spurgatura. Dopo la bollitura, vengono unite alla salsa al sugo condita con peperoncino e mentuccia. Altro ingrediente fondamentale e di matrice propiziatoria è l’aglio.
Mentre la ricetta con le “escargot” francesi prevede che le chiocciole vengano mangiate con una piccola forchetta e tenute con una pinza, in quella alla romana le lumache vengano estratte con uno stuzzicadenti ed il guscio è trattenuto con le dita. In altre versioni la lumaca è servita già sgusciata nel piatto. Una curiosità è che le lumache sono ricchissime di vitamina B12, più delle carni rosse.
Attualmente sono diverse le aziende che si occupano di elicoltura e l’allevamento delle lumache di terra non è finalizzato solo alla gastronomia, ma anche alla cosmetica.
“La viggija de San Giuvanni, si usa la notte d’annà, come sapete, a San Giuvanni Latterano
apregà er Santo e a magnà le lumache in de l’osterie e in de le baracche che se fanno appostatamente pe’ quela notte”. Canta uno stornello romano.
Torneremo il 24 giugno in qualche ristorante della capitale a mangiare lumache, come in questa tradizione. Potrebbe, chissà, portare fortuna.
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