Lo sapevate? Nel 1984 Sora Lella vinse il David di Donatello come miglior attrice non protagonista
Lo sapevate? Nel 1984 Sora Lella vinse il David di Donatello come miglior attrice non protagonista. Bravissima cuoca e anche brava attrice, Sora Lella è stata un memorabile personaggio della Roma degli anni passati. La sua recitazione semplice, severa ma
Lo sapevate? Nel 1984 Sora Lella vinse il David di Donatello come miglior attrice non protagonista.
Bravissima cuoca e anche brava attrice, Sora Lella è stata un memorabile personaggio della Roma degli anni passati. La sua recitazione semplice, severa ma simpatica e buona l’ha resa celebre. Con Verdone diventò famosa. Sull’Isola Tiberina c’è una trattoria aperta dal marito, che porta il suo nome.
Elena Fabrizi, conosciuta anche come Sora Lella (Roma, 17 giugno 1915 – Roma, 9 agosto 1993) è stata un’attrice, cuoca e persino conduttrice televisiva italiana.
Era la sorella di Aldo Fabrizi (il più grande di sei fratelli), con il quale non andava particolarmente d’accordo, Elena Fabrizi e il fratello Aldo si frequentavano poco e non andavano particolarmente d’accordo, forse a causa della differenza d’età o dei caratteri non facili.
Carlo Verdone ha raccontato che durante la consegna dei David di Donatello 1988, Aldo Fabrizi gli chiese: «Ma tu che ci trovi in mia sorella? Quella è buona solo a cucinare».
Massimo, figlio di Aldo, riferì un episodio in cui il grande attore, ricoverato in ospedale poco prima di morire, gli disse a proposito di un’eventuale visita della sorella: «Nun ce la fa’ veni’! C’ha quer vocione che me rompe li timpani!»
Si dedicò anche al teatro e al cinema, sulla scia del fratello Aldo, esordendo sul grande schermo nel 1958 all’età di quarantatré anni nel film I soliti ignoti di Mario Monicelli, accanto a Totò e altri divi del cinema italiano come Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Tiberio Murgia, dove interpreta una delle tre “mamme adottive” dell’orfano Mario (Renato Salvatori). Prese parte poi a diverse commedie all’italiana, in cui sfoggiava il suo carattere bonario e il marcato accento romano come I tartassati (1959) di Steno, nella parte di una suora infermiera accanto al fratello Aldo e Totò, e C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola.
Divenne famosa all’inizio degli anni ottanta grazie a Carlo Verdone, che le fece interpretare un ruolo di nonna, burbera e bonaria, sia in Bianco, rosso e Verdone (1981) sia in Acqua e sapone (1983). Verdone, nella sua autobiografia Fatti coatti, racconta che decise d’inserirla nel cast del suo film dopo averla sentita parlare ai microfoni dell’emittente locale Radio Lazio, dove ogni mattina interveniva per dare consigli alle ascoltatrici che chiamavano per raccontare i loro problemi quotidiani. Affascinato dai suoi modi e dalla sua personalità, decise d’incontrarla andando nel bar dove era solita recarsi.
Il primo film ebbe successo e permise all’attrice di vincere un Nastro d’argento come miglior attrice esordiente; con il successivo, Acqua e sapone, ottenne un David di Donatello come miglior attrice non protagonista.
La sua recitazione semplice, severa ma simpatica e buona l’ha fatta diventare immortale. Il marito nel 1959 le dedicò la trattoria sull’Isola Tiberina. Il locale all’inizio non piacque alla Signora Elena, perché era situato in una zona poco battuta e frequentata, allora malfamata.
Elena Fabrizi era molto brava nella cucina romana, cucina povera e ruspante. Il marito, Renato Trabalza, prima di aprire la trattoria, lavorava all’ammazzatora (il macello) di Testaccio, da dove portava a casa pezzi di carne per la famiglia. Naturalmente quelli meno pregiati, tra cui le interiora, che Sora Lella cucinava divinamente.
Dal 1959 tutta la famiglia fu coinvolta nel progetto, compreso il figlio Aldo Trabalza, che tutti chiamavano Amleto.
Oggi, la Trattoria Sora Lella è gestita dai quattro figli di Aldo Trabalza, nipoti della Sora Lella. Renato, che si occupa della cucina ed è l’executive chef. Mauro, primogenito che si occupa della sala. Elena e Simone, gemelli, che si occupano rispettivamente della gestione delle prenotazioni e della prima accoglienza. Il carattere della cucina è rimasto lo stesso: verace e schietto con una leggera rivisitazione della cucina romanesca di tradizione.
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