Lo sapevate? A Roma c’è una fontana a cui il Papa fece mettere il coperchio

La chiamano "la Zuppiera" (ma anche "la terrina"), perché sembra proprio un recipiente per la zuppa. Scopriamo tutti i segreti di questo antico monumento insolito e perché fu dotato di coperchio.
Lo sapevate? A Roma c’è una fontana a cui il Papa fece mettere il coperchio.
La chiamano “la Zuppiera” (ma anche “la terrina”), perché sembra proprio un recipiente per la zuppa. Scopriamo tutti i segreti di questo antico monumento insolito e perché fu dotato di coperchio.
Si trova in Corso Vittorio Emanuele II nel rione Parione e il coperchio fu una scelta di Papa Gregorio XV che lo volle per preservare un monumento dall’incuria cittadina.
Originariamente la fontana era stata sistemata a Campo de’ Fiori ma nei giorni del mercato, i commercianti erano soliti lavarci dentro frutta, verdura, fiori, pesce e addirittura rifiuti, sporcandola in continuazione.
Una consuetudine che Gregorio XV considerò oltraggiosa, tanto da decidere di farla dotare del coperchio, che poi divenne così curioso.
I romani come reazione alla decisione del Papa decisero di chiamare la fontana “Zuppiera“. La fontana alla fine fu rimossa e collocata nel luogo dove si trova oggi, in Corso Vittorio Emanuele II.
La fontana fu realizzata nel 1590 su disegno di Giacomo della Porta su incarico di Papa Gregorio XIII Boncompagni, che però morì prima di vederla conclusa. Originariamente si trovava al centro di piazza Campo de’ Fiori, più o meno dove oggi si trova la statua di Giordano Bruno di Ettore Ferrari.
Era formata da una grande vasca ovale collocata sotto il livello stradale (perché la pressione dell’acqua era debole), e senza il “coperchio” che vediamo oggi. La prima vasca conteneva un’altra elegante vasca di forma ovale in marmo bianco, dal profilo bombato e con il bordo svasato, sui cui lati erano scolpite due maniglie ad anello e una rosa centrale. Alla fontana si accedeva attraverso due rampe di quattro gradini. Per qualche tempo fu adornata da delfini di bronzo, realizzati inizialmente per la Fontana di piazza Mattei (poi Fontana delle Tartarughe) del Bernini, nel rione Sant’Angelo.
Quando si trovava a Campo de’ Fiori la Fontana veniva spesso utilizzata dai commercianti in occasione del grande mercato rionale. Il grande vascone diventava quindi un enorme contenitore per la frutta, i pesci e tutte le altre mercanzie. Goccia che fece traboccare il vaso fu quella di vedere la fontana monumentale colma di rifiuti.
Furono perfettamente inutili editti, proibizioni, sanzioni e punizioni, persino corporali: le persone continuarono a buttare rifiuti all’interno della fontana, utilizzandola come pattumiera.
Papa Gregorio XV Ludovisi nel 1622 fece asportare i delfini (che da allora andarono perduti) e fece chiudere la vasca interna della Fontana con un coperchio in travertino, a cupola, che presentava anche un grosso “pomello” centrale. La fuoriuscita dell’acqua fu assicurata traforando il centro delle rose poste sui lati della vasca. Il popolo romano da allora soprannominò scherzosamente la fontana “la Zuppiera”.
Lo sconosciuto scultore autore del coperchio incise, alla base del pomello, un’iscrizione circolare: “AMA DIO E NON FALLIRE. FA DEL BENE E LASSA DIRE. MDCXXII”.
Nel 1899 venne asportata da Campo de’ Fiori per fare posto alla Statua di Giordano Bruno e rimase alcuni anni in un magazzino comunale. Dopo alcune vicissitudini, la Zuppiera fu fatta collocare nella piazza antistante la Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella), mentre in piazza Campo de’ Fiori fu collocata nel 1924 una copia uguale all’originale e quindi senza coperchio.

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