Lo sapevate? L’esercito romano arrivò ad avere quasi 700mila soldati
Lo sapevate? L’esercito romano arrivò ad avere quasi 700mila soldati. Negli ultimi secoli dell’Impero Romano i confini arrivarono a essere talmente vasti che per difenderli servivano centinaia di migliaia di uomini. Una spesa colossale per Roma che infatti, di lì
Lo sapevate? L’esercito romano arrivò ad avere quasi 700mila soldati.
Negli ultimi secoli dell’Impero Romano i confini arrivarono a essere talmente vasti che per difenderli servivano centinaia di migliaia di uomini. Una spesa colossale per Roma che infatti, di lì a poco, cominciò ad avere molti problemi difensivi. Quello fu l’inizio della fine. Le invasioni barbariche fecero il resto.
Pensate che a partire dal Terzo secolo dopo Cristo le spese militari assorbivano il 75% circa del bilancio statale. L’apice dell’esercito fu raggiunto sotto il regno di Costantino (272-337) quando i soldati erano circa 645.000. Si trattava di un esercito mastodontico, naturalmente multiculturale, formato da uomini che arrivavano da molti paesi diversi. Niente a che vedere con la prima armata, fondata secondo la leggenda dal primo re di Roma, Romolo, che aveva reclutato volontari dalle tre tribù che costituivano la base del regno.
La prima legione dell’esercito romano prima era composta da 3.000 fanti e 300 cavalieri, scelti tra la popolazione romana di età compresa tra i 17 ed i 46 anni. I soldati non erano retribuiti (si dovevano pagare da soli anche l’armamento): i più poveri facevano i fanti e i più ricchi i cavalieri. Si trattava quasi esclusivamente di soldati italici. Come riporta anche un’indagine storica di Focus i primi stipendi per i soldati comparvero intorno al V secolo a.C. e inizialmente erano piuttosto scarsi. Spesso i soldati si arricchivano con i “bottini di guerra” e con i “donativi” che occasionalmente i generali offrivano alle truppe.
Con la nascita della Repubblica l’esercito fu diviso in due legioni, ognuna comandata da un console e composta da un massimo di 10.000 legionari e circa 600 cavalieri. Con la nascita dell’Impero, durante la gestione di Augusto, le legioni crebbero di numero, anche perché i confini dei domini romani cominciarono ad allargarsi notevolmente.
Esistevano legioni dislocate stabili in Macedonia, in Oriente, e altre in Africa e la loro gestione dava molti problemi. Augusto provò a riformare le legioni, dando una vera organizzazione e creando un esercito professionale composto da 28 legioni (ridotte poi a 25), composte da un totale di 145.000 uomini che rimanevano in servizio non meno di 16 anni.
Augusto riformò l’esercitò e garantì ai legionari una paga regolare e un premio al congedo, di solito un appezzamento di terra.
Ai “professionisti” si aggiungevano i legionari semplici: nel complesso l’esercito imperiale negli anni di Augusto finì per includere circa 250.000 soldati che controllavano un territorio immenso, che andava dall’Altantico all’Eufrate e dall’Olanda all’Egitto.
L’esercito era composto dai legionari e dalle truppe ausiliare (o truppe d’appoggio, reclutate nei territori occupati), quelle pretoriane (a guardia dell’imperatore e di personalità influenti) e la parte militare. Sotto Settimio Severo e poi con Costantino l’esercito romano crebbe tantissimo, anche perché i confini dell’Impero arrivavano in Asia, fino a diventare l’istituzione militare più efficace e più longeva che si conosca nella storia umana.
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