Lo sapevate? Fino alla fine dell’800 il quartiere Prati era formato da orti e giardini
Lo sapevate? Fino alla fine dell’800 il quartiere Prati era formato da orti e giardini. Prati è il ventiduesimo e più recente rione di Roma. Prima di diventare l’elegante quartiere che conosciamo, fino alla presa di Roma del 1870 Prati
Lo sapevate? Fino alla fine dell’800 il quartiere Prati era formato da orti e giardini.
Prati è il ventiduesimo e più recente rione di Roma. Prima di diventare l’elegante quartiere che conosciamo, fino alla presa di Roma del 1870 Prati di Castello era un’area agricola alle spalle di Castel Sant’Angelo. Tantissime le curiosità legate a questa zona della Capitale.
Già in epoca romana c’erano grandi e lussuosi giardini patrizi. Durante il Medioevo c’erano campi ed orti dove si accampavano gli eserciti nemici che assediavano la città. Era anche il luogo dove tradizionalmente ci si recava per fare merende seduti sull’erba o sulle panche delle osterie rustiche. Per questa vecchia associazione allo svago il Rione diventò, dall’inizio, sede di luoghi dediti al divertimento.
In epoca romana il territorio dell’odierno rione Prati era formato da vigneti e canneti facenti parte delle proprietà di Domizia, moglie di Domiziano.
Fino almeno al 1883 vi si estendeva una vastissima distesa di campi coltivati, prati naturali, pascoli e anche di paludi, punteggiata, soprattutto nella zona delle pendici di Monte Mario, da qualche casale agricolo e per il resto completamente deserta, conosciuta come Pianella di Prati o Pianella d’Oltretevere, o ancora Prati di Castello (in riferimento a Castel Sant’Angelo). Dopo il 1883 si ebbero i primi interventi di edilizia e di urbanizzazione, in parte già immaginati anche sotto il governo pontificio. All’inizio l’area corrispondente all’attuale viale Mazzini fu utilizzata per le esercitazioni militari, da qui il toponimo di piazza d’Armi (poi quartiere delle Vittorie).
Sarà il Piano del 1883 che inserirà ufficialmente l’area nel progetto urbanistico della città.
La Giunta Comunale di Roma dettò una indicazione precisa per il nuovo quartiere: evitare la visuale prospettica della cupola di San Pietro. Siamo nell’Italia post-unitaria, con governi laici ed anticlericali. Questo spiega perché le lunghe vie del quartiere furono tracciate in modo da evitare la prospettiva della cupola vaticana.
Durante l’Età giolittiana (1901-1914) e il mandato di Ernesto Nathan come sindaco dal 1907 al 1914 si ebbero i grandi interventi amministrativi e urbanistici volti ad affrontare i problemi che nascevano dall’eccezionale sviluppo di Roma.
Il 20 agosto 1921 fu costituito ufficialmente il rione Prati, l’ultimo in ordine di tempo dei rioni di Roma, nato come quartiere che accogliesse le strutture amministrative del Regno d’Italia e zona residenziale per i funzionari dello stato. Come detto l’impianto urbanistico stradale fu studiato in modo tale che nessuna delle nuove vie avesse come sfondo la cupola della basilica di San Pietro, a testimonianza dei rapporti tesi tra il nuovo stato italiano e la Santa Sede nell’epoca precedente la firma dei Patti Lateranensi.
Per questo motivo i nomi delle vie del nuovo rione furono scelti tutti tra personaggi storici della Roma repubblicana e imperiale, condottieri e letterati della classicità latina e pagana, e tra gli eroi del Risorgimento, al quale fu dedicata la piazza principale. La strada principale del quartiere fu intitolata nel 1911 al tribuno e senatore romano Nicola Gabrini, figlio di Lorenzo, detto Cola di Rienzo, un popolano romano che nel XIV secolo tentò di ripristinare la repubblica a Roma.
Durante i lavori di costruzione del rione furono trasportate enormi quantità di materiale di riporto per creare un dislivello che proteggesse la zona dalle alluvioni del Tevere, che precedentemente erano assai comuni, tanto che i prati durante le inondazioni erano considerati una zona cuscinetto a protezione del resto della città.
Adesso Prati è uno dei quartieri umbertini di Roma più affascinanti. Il Tevere lo divide dall’antica città rinascimentale rendendola visivamente vicina ma difficile da raggiungere. Fino alla costruzione dei nuovi ponti post-unitari, a fine Ottocento, per raggiungere Prati o si faceva un lungo percorso passando da Ponte di Castello (oggi ponte Sant’Angelo) e attraversando il Rione Borgo oppure ci si avventurava su barchette-traghetto. Il rione Prati è oggi caratterizzato dalle strade ampie e regolari, nell’ottica di un impianto urbanistico geometricamente regolare, da palazzi eleganti in stile umbertino e da villini in stile liberty.
© RIPRODUZIONE RISERVATA