Lo sapevate? A Roma c’è “Er Core de Nerone”, un curioso sampietrino a forma di cuore

Lo sapevate? A Roma c’è “Er Core de Nerone”, un curioso sampietrino a forma di cuore. Un sampietrino a forma di cuore: ecco un’altra delle tante curiosità di Roma. I Romani lo ribattezzarono “Er core de Nerone”. Scoprite la sua
Lo sapevate? A Roma c’è “Er Core de Nerone”, un curioso sampietrino a forma di cuore.
Un sampietrino a forma di cuore: ecco un’altra delle tante curiosità di Roma. I Romani lo ribattezzarono “Er core de Nerone”. Scoprite la sua storia e dove si trova.
Il sampietrino o sanpietrino è il blocchetto di leucitite utilizzato per la realizzazione del lastricato stradale di uso comune nel centro storico di Roma e in piazza San Pietro per pavimentare strade o piazze. Ne esistono di diversi tipi e dimensioni: i più grandi misurano 12×12×18 cm; quelli più comuni misurano 12×12×6 cm; mentre i più piccoli, 6×6 cm, sono molto rari ma si trovano in alcuni dei luoghi storici di Roma, come in piazza Navona.
Il sampietrino a forma di cuore si trova in Piazza San Pietro a sinistra dell’Obelisco. Esattamente nella parte sud-ovest della Rosa dei Venti, nella sezione che indica il Libeccio, dove c’è una lastra rotonda di marmo, sul lato sinistro guardando la Basilica, proprio ai piedi dell’obelisco. Chissà quante volte romani e turisti lo hanno calpestato senza sapere di passare su qualcosa di unico.
Si tratta di una delle mete preferite dei turisti in vena di romanticherie, che sono soliti fotografarlo da più punti, segnalato dalle guide e vera e propria attrazione nell’attrazione. In realtà questo sampietrino nasconde storie e leggende che lo portano a distinguersi da tutti gli altri blocchetti.
Si tratta in realtà di un bassorilievo di piccole dimensioni, a forma di cuore, forse trovato in passato da alcuni bambini. I racconti degli anziani lo ricordano anche come “Cuore di Bernini” (segno di un amore mai trovato) o “Cuore di Michelangelo” (segno di un amore infranto). Alcuni raccontano infatti che lo abbia messo lì apposta Michelangelo Buonarroti dopo aver dipinto la Cappella Sistina, altri che fu Gian Lorenzo Bernini a sistemarlo proprio in quel punto durante i lavori di costruzione del colonnato di Piazza San Pietro. Un’altra leggenda narra di una donna che lo realizzò in omaggio al marito condannato ingiustamente a morte.
Un altro racconto ancora parla di un incisore molto speciale: uno dei garibaldini radunati lì il 2 Luglio 1849 da Giuseppe Garibaldi il giorno prima di abbandonare Roma, per il discorso tenutosi in quella stessa piazza proprio quel giorno: “Io esco da Roma. Chi vuol continuare la guerra contro lo straniero, venga con me […]”. Discorso che determinò solennemente la fine della Repubblica Romana.
Ma la storia parlerebbe diversamente. La realtà nuda e cruda sarebbe infatti figlia, ancora una volta dell’immaginazione: Er Core de Nerone infatti non sarebbe altro che un ex blocchetto, diventato sampietrino, e così ribattezzato da un gruppo di bambini del rione Borgo, giocherelloni e soprattutto molto fantasiosi.
Ennesima interpretazione: l’area occupata oggi dalla Basilica di San Pietro era, nei tempi antichi, lo stesso luogo su cui sorgeva il circo di Nerone, luogo in cui persero terribilmente la vita molti martiri. Da lì l’idea che che il cuore potesse esser stato inciso in memoria di tutti coloro che subirono un martirio.
C’è di più (e questa potrebbe anche non essere una leggenda ma la storia vera del sampietrino a forma di cuore): in quel punto della piazza fu l’abate astronomo Filippo Luigi Gigli nel 1817, che coi suoi progetti trasformò l’obelisco vaticano in una meridiana enorme. Fu probabilmente lui a mettere là il famoso sampietrino a forma di cuore, magari per impreziosire ancora di più quel luogo.

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