L’Italia è storicamente e culturalmente il Paese più importante del mondo per l’arte conciaria, ovvero l’industria della lavorazione della pelle animale a fini tessili.

La Sardegna ha avuto in questo un ruolo assolutamente centrale. Una città isolana è stata infatti considerata per lungo tempo uno dei massimi centri di produzione conciaria e in un determinato periodo una vera e propria capitale.

Stiamo parlando di Bosa, principale centro della Planargia situato lungo la costa nord-occidentale, più o meno a metà strada tra Alghero e Oristano. A conferire al borgo le caratteristiche morfologiche ideali per la nascita di questo tipo di industria è sicuramente il fatto di essere attraversata dall’unico fiume navigabile della Sardegna, il fiume Temo.

Sulla riva sinistra del fiume sorgevano infatti le celebri concerie, “sas conzas”, per dirlo nella variante locale di lingua sarda. Si tratta di 28 edifici a due piani dall’intonaco rosa e i tetti a capanna, posizionati vicino all’acqua lievemente salmastra del fiume, non lontano dalla foce. Caratteristiche perfette perché l’acqua venisse utilizzata nell’industria conciaria.

La lavorazione delle pelli pare esistesse già all’epoca dell’Antica Roma, ma riprese grande vigore a partire dal ‘600 fino alla sua epoca d’oro. Tra la seconda metà dell’800 e la prima del ‘900 Bosa divenne – secondo molti – la città più importante in Italia di questa specifica industria. I prodotti conciari bosani, suole e vacchette in particolar modo, erano apprezzati e richiesti in tutta Europa, in Francia soprattutto, Paese allora tra i più ricchi, potenti e culturalmente più influenti del mondo.

Dopo decenni di abbandono – come riporta il sito di Bosa Turismo – nel 1989 le concerie vennero dichiarate monumento nazionale e si decise di istituire il Museo delle Conce di Bosa. Qui, in una conceria settecentesca restaurata, i turisti respirano l’atmosfera delle industrie dei tempi passati e imparano tutto su questo settore artigianale grazie a foto e pannelli illustrativi.

Per tutte le info sul museo consultare il sito: https://tacsvt.it/

Un gesto concreto di vicinanza e condivisione ha segnato il Natale a Seulo, dove le attività commerciali del paese hanno dato vita al Centro Commerciale Naturale (CCN), scegliendo di presentarsi ai cittadini con un’iniziativa dal forte valore simbolico e sociale.

In occasione delle festività natalizie, i commercianti Gianfranco e Maria Elena del Minimarket, insieme ai titolari dei market Sabrina, Mario, Barbara e Bastiano Tesca, hanno organizzato un presente per tutte le famiglie seulesi: una busta consegnata in ogni abitazione del paese, contenente prodotti alimentari acquistati esclusivamente nelle rivendite locali. Un dono semplice ma significativo, pensato per rafforzare il legame tra negozianti e comunità.

L’iniziativa rappresenta il primo passo concreto del Centro Commerciale Naturale di Seulo, nato proprio in questo periodo particolare dell’anno, a Natale, con l’obiettivo di sostenere l’economia locale e far sì che le risorse restino nel paese. Un modello di collaborazione che, anche in futuro, coinvolgerà altre attività commerciali come bar, panetteria, rivendita di bombole, e nuovi operatori economici.

Il CCN nasce anche grazie alla partecipazione del Comune ed è il frutto di un’unione volontaria tra commercianti, artigiani, produttori, associazioni culturali e prestatori di servizi locali, che hanno deciso di fare squadra per valorizzare ciò che rende unico Seulo: l’ospitalità, i prodotti genuini, le tradizioni e l’identità del territorio.

Non solo un progetto economico, ma una visione condivisa che mira a coordinare le attività del paese, promuovere il turismo sostenibile e migliorare l’esperienza di chi vive e visita Seulo. Il Centro Commerciale Naturale si propone così come uno strumento di crescita collettiva, non solo per le imprese, ma per l’intera comunità, partendo da un gesto di Natale che parla di solidarietà, appartenenza e futuro.