Lo sapevate? Stanis Dessy, uno dei più grandi pittori sardi di sempre era figlio del medico condotto di Arzana
Figlio del medico condotto di Arzana, Stanislao Dessy, noto con l'abbreviativo Stanis, nacque nel paese ogliastrino nel 1900 e nel tempo divenne uno dei maggiori esponenti della Pittura Sarda del Novecento: soprattutto eccellente incisore (utilizzò la xilografia, ma anche l'acquaforte), pittore, scultore, designer di mobili ed elementi ceramici, e poi anche caricaturista e illustratore.
Lo sapevate? Stanis Dessy, uno dei più grandi pittori sardi di sempre era figlio del medico condotto di Arzana.
Figlio del medico condotto di Arzana, Stanislao Dessy, noto con l’abbreviativo Stanis, nacque nel paese ogliastrino nel 1900 e nel tempo divenne uno dei maggiori esponenti della Pittura Sarda del Novecento: soprattutto eccellente incisore (utilizzò la xilografia, ma anche l’acquaforte), pittore, scultore, designer di mobili ed elementi ceramici, e poi anche caricaturista e illustratore.
Dessy nacque infatti ad Arzana nel 1900 dove il padre esercitava la professione di medico condotto.
Nell’affascinante panorama artistico sardo del Novecento, emerge una figura di straordinaria versatilità e talento: Stanislao Dessy, meglio conosciuto come Stanis. Nato ad Arzana, dove suo padre prestava servizio come medico condotto, Dessy divenne uno dei pilastri della pittura sarda, lasciando un’impronta indelebile nel mondo dell’arte italiana.
La formazione di Dessy fu un viaggio che lo portò da Cagliari a Roma, dove l’Accademia di Belle Arti gli aprì le porte di un mondo artistico in fermento. Qui, il giovane Stanis si immerse in un crogiolo di influenze: dal Futurismo di Balla e Marinetti alla classicità rinnovata di “Valori Plastici”. Questo bagaglio di esperienze plasmò la sua visione artistica, rendendola unica nel panorama sardo.
Tornato in Sardegna nel 1921, Dessy si distinse immediatamente per un approccio innovativo. Mentre molti suoi contemporanei si perdevano nell’etnografismo e nell’esaltazione dell’identità sarda, lui scelse una strada diversa. La sua arte si nutriva di osservazione acuta e ricerca instancabile, catturando la realtà quotidiana con uno sguardo fresco e universale.
Gli anni ’20 videro Dessy emergere come artista poliedrico: pittore, incisore, scultore e persino designer. La sua tavolozza brillava di toni cristallini, illuminando ritratti e scene di vita con una modernità sorprendente. Il trasferimento a Sassari nel 1926 segnò l’inizio di una nuova fase creativa, arricchita da collaborazioni e commissioni in tutta l’isola.
Gli anni ’30 portarono una svolta significativa nell’arte di Dessy. Influenzato dalle correnti nazionali e internazionali, in particolare dal movimento “Novecento”, l’artista evolse il suo stile. I colori si fecero più cupi, le forme più essenziali, ma senza mai perdere quella nitidezza di visione che lo caratterizzava.
È nell’incisione, particolarmente nella xilografia, che Dessy trovò la sua massima espressione. Dal 1924, questa tecnica divenne il suo linguaggio prediletto, portandolo a essere riconosciuto come uno dei più grandi xilografi italiani. Le sue serie di paesaggi e figure, tra cui la celebre serie dei “mendicanti”, mostravano un realismo crudo e toccante.
La maturità artistica di Dessy, segnata dall’esperienza della guerra e dallo sfollamento a Padria, si tinse di intimismo e nostalgia. La campagna logudorese divenne il soggetto prediletto, ritratta con una vena crepuscolare che catturava l’essenza della vita rurale sarda.
Il dopoguerra vide Dessy dividersi tra l’insegnamento all’Istituto d’Arte di Sassari, la critica d’arte e la produzione instancabile. La sua casa divenne un cenacolo artistico, frequentato da allievi che sarebbero diventati artisti di spicco. Tra questi, la figlia Paola, che seguì le orme paterne nel mondo dell’arte.
Riconosciuto con la nomina ad Accademico dell’Arte del Disegno di Firenze nel 1953, Dessy continuò a lavorare instancabilmente fino agli ultimi giorni della sua vita. Colpito da un ictus nel 1975, dimostrò una resilienza straordinaria, riprendendo a disegnare ancora convalescente in ospedale.
Stanis Dessy si spense a Sassari il 21 ottobre 1986, lasciando un’eredità artistica di inestimabile valore. La sua arte, che spaziava dalla pittura all’incisione, dalla scultura al design, rappresenta un ponte tra la tradizione sarda e le avanguardie europee. Dessy non si limitò mai a essere un artista regionale: la sua visione trascendeva i confini dell’isola, parlando un linguaggio universale di bellezza e verità.
Oggi, una lapide nel centro di Sassari ricorda questo straordinario artista, ma il suo vero monumento sono le opere che continuano a emozionare e ispirare, testimonianza di una vita dedicata all’arte e alla ricerca instancabile della bellezza nelle “piccole cose” della vita quotidiana.
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