Nuoro nuovamente colpita dal dolore, mentre il bilancio delle vittime della strage avvenuta il 25 settembre scorso sale a sei. Maria Esterina Riccardi, madre di Roberto Gleboni, è deceduta questa mattina, dopo aver lottato per 45 giorni in ospedale. L’anziana era stata ricoverata all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove si trovava in condizioni critiche a causa delle ferite riportate al volto, inflittele dal figlio durante il tragico episodio. 

Roberto Gleboni, un operaio di 52 anni, aveva imbracciato un’arma da fuoco uccidendo sua moglie, Giuseppina Massetti di 43 anni, i due figli della coppia, Martina di 25 anni e Francesco di 10, e il vicino di casa Paolo Sanna, 69 anni. Dopo aver compiuto l’orrendo gesto, Gleboni si era tolto la vita. La furia omicida aveva risparmiato miracolosamente il figlio 14enne, rimasto ferito ma sopravvissuto alla tragedia.

Durante i 45 giorni trascorsi nel reparto di Rianimazione, Maria Esterina Riccardi non si è mai ripresa dalle gravi ferite riportate. La comunità, scossa dall’accaduto, si è unita in un profondo dolore e piange la sesta vittima di una tragedia che ha lasciato un segno indelebile.

Che bello imbattersi in un messaggio tanto semplice quanto autentico: “In questa via ci sono tanti bimbi che giocano per strada dalle 9,00 a 00,00. Siete pregati di rallentare!! Grazie.” Un cartello spontaneo, scritto con il cuore, che racchiude in poche parole un invito forte al senso civico e alla responsabilità.

Foto dal profilo social del comune di Baunei

«Questo messaggio ci ha colpiti per la sua dolcezza e la sua forza — dichiara l’Amministrazione comunale di Baunei — perché ci ricorda che i bambini che ancora oggi giocano per strada, tra un pallone e una risata, sono la prova concreta di una comunità viva, che sa guardare al futuro senza subirlo».

Il Comune sottolinea l’importanza di non sottovalutare questi richiami quotidiani: «I nostri bimbi ci insegnano che la sicurezza nasce anche da gesti semplici, come quello di rallentare in prossimità delle aree più vissute. Sta a tutti noi accogliere questo invito e contribuire a rendere le strade più sicure, soprattutto per i più piccoli».

Un piccolo cartello, dunque, diventa simbolo di una grande responsabilità condivisa: quella di tutelare i momenti di gioco, libertà e spensieratezza che fanno crescere non solo i bambini, ma l’intera comunità.