Matteo Gregorio, ogliastrino d’adozione, taglia il traguardo dell’Ironman: 10 ore e 36 minuti di pura determinazione

Matteo ha affrontato la sfida di Cervia, composta da tre prove estreme: 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta e 42,2 km di maratona, dimostrando tenacia, forza fisica e una gestione impeccabile della gara.
Matteo Gregorio, originario di Salerno ma da tanti anni legato all’Ogliastra, ha portato a termine una grande impresa: diventare un Ironman, completando una delle gare più dure al mondo. In 10 ore e 36 minuti, Matteo ha affrontato la sfida di Cervia, composta da tre prove estreme: 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta e 42,2 km di maratona, dimostrando tenacia, forza fisica e una gestione impeccabile della gara.
Matteo ha aperto la competizione con la prova di nuoto, completata in 1 ora e 11 minuti. Nonostante la tentazione di spingere, ha deciso di trattenersi: “Nel nuoto ho tirato i freni, controllandomi molto, non sapendo cosa mi aspettasse dopo,” ha raccontato. Questa strategia prudente si è rivelata vincente, permettendogli di preservare energie per la fase successiva.
In sella alla bicicletta, Gregorio ha dimostrato una prestazione impressionante. Con una media di 32 km/h, ha completato i 180 km del percorso ciclistico in 5 ore e 30 minuti, nonostante un crampo alla gamba destra che lo ha colpito già a metà gara. “Il percorso era veloce e bello, con solo 3 km in salita verso il borgo di Bertinoro, che tutti chiamavano il ‘Mortirolo’ per la sua difficoltà,” ha spiegato Matteo, evidenziando la sfida rappresentata da questo tratto.
La fase più difficile per Matteo è stata la maratona, che ha rappresentato una doppia sfida: non solo faceva parte del suo primo Ironman, ma era anche la sua prima maratona in assoluto. Nonostante la fatica accumulata dopo quasi sette ore di gara, Matteo ha iniziato la corsa con un buon ritmo. Tuttavia, al 15° chilometro ha dovuto fare i conti con dolori allo stomaco, probabilmente causati dall’assunzione di troppi integratori. “Non ero abituato a ingerire così tanti zuccheri,” ha ammesso, riferendo che due pause forzate in bagno hanno rallentato la sua corsa. Nonostante questo, ha completato la maratona in 3 ore e 37 minuti, un tempo più che rispettabile per un esordiente.
La soddisfazione per aver concluso l’Ironman è stata immensa, soprattutto considerando le difficoltà incontrate durante la preparazione. A luglio, Matteo è stato in missione a Lampedusa, un impegno che lo ha costretto a interrompere gli allenamenti in bicicletta per un intero mese. “Ad agosto ho dovuto fare i salti mortali per recuperare,” ha detto. Prepararsi per una gara come l’Ironman sotto il caldo torrido di agosto, con temperature che superavano i 40 gradi, non è stato affatto semplice.
Nonostante tutto, Matteo è riuscito a trasformare in realtà il sogno che coltivava da anni. “Chi conosce il triathlon e l’Ironman sa cosa vuol dire preparare una gara del genere,” ha sottolineato, orgoglioso del risultato raggiunto.
Un’impresa come questa non si compie da soli, e Matteo ha voluto ringraziare chi gli è stato accanto lungo tutto il percorso. Un ringraziamento speciale va alla sua ragazza Benedetta, anche lei atleta e sua compagna di allenamenti. Benedetta è stata presente fino al traguardo, nonostante il giorno successivo dovesse partecipare al mezzo Ironman (70.3). “È stata instancabile,” ha detto Matteo con riconoscenza.
Fondamentale anche il supporto dei suoi sponsor, che lo hanno sostenuto in ogni fase della preparazione. Tra questi, Matteo ha voluto menzionare Fabrizio di Café Noir, un amico sempre presente, MythoSalute per l’integrazione con gli amminoacidi essenziali, Koiné Solution per la fisioterapia preventiva, che gli ha permesso di arrivare alla gara senza infortuni, e Quirino Atzori di “Cycling for all”, che ha curato l’assetto biomeccanico e posturale in bicicletta.
Concludere un Ironman non è solo una vittoria fisica, ma anche mentale. Matteo Gregorio ha dimostrato che, con determinazione e impegno, si possono raggiungere risultati straordinari anche nelle condizioni più difficili. Questa impresa segna l’inizio di una nuova fase per Matteo, che ha dimostrato a sé stesso e agli altri che i sogni possono diventare realtà, anche quando sembrano impossibili.
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