Doppio arcobaleno a Museddu: perché si crea e perché si dice porti fortuna?

Ieri uno spettacolo a Museddu: un doppio arcobaleno ha abbracciato l'Ogliastra e il fotografo Cristian Mascia lo ha mirabilmente immortalato. Ma perché si origina un doppio arcobaleno? E perché da sempre è associato alla fortuna? Ve lo spieghiamo in questo articolo
Nella spiaggia di Museddu, nel comune di Cardedu, gli abitanti hanno avuto l’incredibile opportunità di assistere a uno spettacolo naturale straordinario ieri: un doppio arcobaleno che ha dipinto il cielo con i suoi colori vivaci e vibranti. La foto, scattata dal talentuoso fotografo locale Cristian Mascia, cattura perfettamente questo fenomeno unico e mozzafiato.
L’arcobaleno secondario, come descritto dagli esperti, è un evento meteorologico che si verifica quando la luce solare viene rifratta e riflessa due volte all’interno delle goccioline d’acqua presenti nell’atmosfera. Ciò porta alla formazione di un secondo arco colorato che appare al di fuori del principale. Ciò che rende ancora più straordinario questo spettacolo è l’inversione dell’ordine dei colori rispetto all’arcobaleno primario, con il rosso che si colloca all’interno e il viola all’esterno.
La rarità di questo fenomeno lo rende ancora più affascinante per gli spettatori, che hanno potuto godere di uno spettacolo non solo di bellezza visiva, ma anche di significato simbolico e culturale. Da tempi antichi, l’arcobaleno è stato considerato un presagio di fortuna in molte culture, specialmente in quelle orientali. La sua comparsa è stata spesso associata a momenti di cambiamento positivo e prosperità.
Ma c’è anche un lato mistico e spirituale legato a questo fenomeno. L’arcobaleno è stato spesso interpretato come un legame simbolico fra cielo e terra, tra l’umano e il divino. La sua bellezza e la sua rara comparsa hanno suscitato ammirazione e reverenza in molte tradizioni spirituali, dove è stato considerato un ponte tra il mondo terreno e quello celeste.
L’emozione e lo stupore che l’arcobaleno doppio ha suscitato negli abitanti di Museddu e nelle persone che hanno visto la foto di Cristian Mascia non possono essere sottovalutati.

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Quiz per sardi curiosi: sapete cosa sono quelle linee chiare sulle rocce di Orrì?

Passeggiare sulle rocce di Orrì significa anche camminare sopra la storia profonda della nostra Isola, scritta nelle trame minerali della terra.
Chiunque abbia passeggiato lungo le affascinanti scogliere granitiche di Orrì, in Ogliastra, avrà notato quelle linee più chiare che attraversano le rocce come delle vere e proprie venature. Si tratta dei cosiddetti filoni aplitici, un fenomeno geologico affascinante, testimonianza di antichi processi magmatici avvenuti milioni di anni fa.

Foto di La Monica nel gruppo GEOsiti della Sardegna
Questi corpi rocciosi filoniani di natura granitica si sono formati quando il magma residuo, ancora fuso, ha trovato spazio per infiltrarsi nelle fessure delle rocce circostanti – fenditure spesso create dal raffreddamento del granito stesso o da movimenti tettonici.
Si tratta di intrusioni magmatiche secondarie, che si inseriscono in fratture della roccia preesistente. Nel caso dei filoni aplitici, queste fratture si sono verificate in rocce granitiche già consolidate, probabilmente in concomitanza con grandi eventi geologici come la roto-traslazione che ha portato la Sardegna dalla sua originaria posizione presso i Pirenei a quella attuale nel Mediterraneo.
I filoni aplitici si distinguono per la loro struttura microgranulare: i cristalli che li compongono sono molto piccoli, al punto da risultare difficili da osservare a occhio nudo. La loro composizione è tipicamente ricca di quarzo, feldspati (ortoclasio e plagioclasio) e mica, con una presenza minima di minerali femici (quelli contenenti ferro e magnesio).
In alcuni casi, questi filoni si presentano come vere e proprie intrusioni di quarzo, depositatosi all’interno delle diaclasi – le spaccature nella roccia granitica – rendendo ancora più evidente il contrasto tra il colore chiaro del quarzo e il granito circostante.

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