Baunei, grande festa per San Nicola: una comunità sempre più unita
Ieri Baunei ha festeggiato la festività di San Nicola di Bari, il Patrono. Il Comitato di San Nicola, i Fedales 1973 e il Comitato di Sant’Antioco 2024, quest’anno hanno collaborato con la Parrocchia per l’organizzazione dei festeggiamenti, dalla Santa
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Ieri Baunei ha festeggiato la festività di San Nicola di Bari, il Patrono.
Il Comitato di San Nicola, i Fedales 1973 e il Comitato di Sant’Antioco 2024, quest’anno hanno collaborato con la Parrocchia per l’organizzazione dei festeggiamenti, dalla Santa Messa alla fiaccolata per le vie del paese.
“Ringraziamo il Comitato San Nicola, i Fedales ‘73 e i ragazzi di Sant’Antioco 2024 che hanno curato i festeggiamenti del patrono San Nicola. Un ringraziamento a Don Mariano e Don Damiano che hanno celebrato la Santa Messa.
Grazie alla nostra Polizia Locale e ai Carabinieri per la loro preziosa presenza. Con grande piacere abbiamo apprezzato la presenza dei Fedales ‘73 che, nel segno di una comunità sempre più unita, dopo i festeggiamenti dell’Assunta, patrona di Santa Maria, hanno curato anche i festeggiamenti per San Nicola” dichiarano gli amministratori baunesi.
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Un presepe tra le macerie: a Tortolì la Natività diventa messaggio di pace e speranza per chi vive la guerra

La scena della Natività è ambientata tra le rovine di un edificio distrutto, con macerie, muri spezzati e cemento crollato a fare da sfondo alla nascita di Gesù. Il messaggio della parrocchia di San Giuseppe è chiaro (e bellissimo): Dio non sceglie luoghi sicuri e protetti, ma entra nelle ferite del mondo.
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Nella parrocchia di San Giuseppe di Monte Attu, a Tortolì, il presepe realizzato quest’anno si distingue per il suo forte valore simbolico e per il messaggio profondamente attuale che intende trasmettere. La scena della Natività è ambientata tra le rovine di un edificio distrutto, con macerie, muri spezzati e cemento crollato a fare da sfondo alla nascita di Gesù.
Il significato dell’allestimento è stato spiegato dalla parrocchia stessa attraverso i propri canali social, dove viene sottolineato come il presepe sia dedicato a tutte le persone che oggi vivono nei drammatici teatri di guerra. In questo contesto di devastazione, la Sacra Famiglia diventa segno di speranza e di luce.
Maria è rappresentata con un’espressione di dolcezza e raccoglimento, mentre custodisce la vita anche in mezzo alle rovine. Giuseppe appare vigile e forte, presenza silenziosa che protegge quel fragile spazio di pace. Al centro della scena c’è il Bambino Gesù, deposto nella mangiatoia il 25 dicembre, avvolto da una luce che contrasta con l’oscurità delle macerie, a indicare che Dio nasce proprio dove tutto sembra perduto.
Anche gli altri elementi dell’allestimento hanno un valore simbolico: il muschio che cresce tra i detriti, le travi spezzate e i muri crollati richiamano una vita che resiste, una storia ferita che attende redenzione, una pace possibile anche nel dolore.
Il messaggio, come spiegato dalla parrocchia stessa sui social, è chiaro: Dio non sceglie luoghi sicuri e protetti, ma entra nelle ferite del mondo.
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