Capretta salvata a 60 metri da terra: la poverina, caduta da un dirupo, era lì da almeno 5 giorni

Siniscola. A metterla in salvo con difficili operazioni di recupero un escursionista di Olbia aiutato da due amici. La capretta dopo tutti quei giorni senza mangiare nè bere sarebbe morta
Ce l’ha messa tutta e alla fine è riuscito nell’impresa: Eugenio Degortes, olbiese, con difficili manovre di recupero è riuscito, coordinato e aiutato dagli amici Roberto Cherchi e Pietro Sardu, a mettere in salvo una capretta che si trovava a 50-60 metri da terra, caduta da un dirupo. Ecco il suo racconto.
“Una telefonata ad un amico, mentre festeggiavamo Ferragosto. Una capra si trova in un dirupo a circa 50 – 60 metri da terra, mi serve aiuto. Preparo corda, imbrago ancoraggi, e con Roby e Pietro, ci dirigiamo al Montalbo, a S’adde, dove troviamo il giovane allevatore Gianluigi Schirru che ci porta sulla traiettoria dove da 5/6 giorni, in un piccolo terrazzino, soggiornava la capra. Facciamo il punto, e sempre Gianluigi, ci indica una “scala” (scala farsa) dove riusciamo a portarci in linea superiore all’animale.
La sentiamo belare, segnale che è ancora viva, e decidiamo di piantare una piastrina con anello nella sua direzione. Ci troviamo a 30 40 metri sopra: inizio la discesa molto lentamente per non agitarla, ma a pochi metri da lei, decide di non farsi prendere e si sposta sul lato destro di discesa, si mette in brutta posizione, in imminente pericolo di caduta. Cerco a distanza di tranquillizzarla, la chiamo, le parlo ma mi tiene più di un’ora appeso. Decido di improvvisare un cappio, ma la manovra risulta molto difficoltosa.
Gianluigi vedendo la difficoltà, mi invita a lasciare perdere, dice “pazienza vuol dire che muore tra qualche giorno”. Ma il suo musetto continua a guardarmi con un po’ di paura e diffidenza, e io continuo a parlarle. Decido una manovra un po’ sconsiderata aiutato da Roby e Pietro. Arriva da lì a poco una corda che uso come deviatore, mi sposto ancora di qualche metro è dopo qualche lancio centro l’obiettivo, il cappio al collo, spero di non farle male, ma riesco a tirarla a me. Ci sono! Improvviso un imbrago e inizio la discesa con la capra ben assicurata. Arrivo a terra e Gianluigi, visibilmente emozionato, corre subito ad accarezzarla e liberarla dall’imbragatura molto artigianale ma sicura. Da lì a poco raggiungono terra anche Roby e Pietro con il resto degli zaini. Ecco una giornata da incorniciare: il salvataggio di un animale con una grande famiglia di 400 capi. Molta soddisfazione per aver salvato la vita ad un animale come una capra!”.

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