Lo sapevate? I giganti di Mont’e Prama e l’esercito dello Xi’an in Cina sono stati ritrovati lo stesso mese dello stesso anno

Innegabilmente una coincidenza incredibile: sia i giganti ritrovati a Cabras che le enormi statue dello Xi'an sono stati ritrovati nel marzo dello stesso anno, tutte e due per caso da un contadino.
Era il marzo del 1974 e in due luoghi molto distanti tra loro stavano avvenendo dei ritrovamenti che avrebbero cambiato la conoscenza della storia dell’antichità per sempre.
Eccoci da una parte nell’estremo Oriente, in Cina e, in contemporanea a poche centinaia di km da Cagliari, a Cabras, vicino Oristano. In questi due luoghi così distanti tra loro dei contadini erano intenti a scavare la terra, quando all’improvviso ecco comparire dal sottosuolo delle pietre che no, non sembrano proprio frammenti di normale roccia da buttar via ed eliminare. Insomma, meglio avvisare chi può saperne di più.
Arrivano, sia in Cina che a Oristano, fior fiore di archeologi: dalla terra dello Xi’an sono riaffiorati per caso frammenti delle oltre 8.000 statue di guerrieri in terracotta risalenti al III secolo a.C., mentre da quella di Cabras altrettanti frammenti delle leggendarie statue sarde raffiguranti guerrieri, arcieri e lottatori, i giganti di Mont’e Prama. Tutte e due tra le più importanti scoperte archeologiche del XX secolo.
L’esercito di terracotta è solo una parte di un vastissimo corredo funerario che componeva il monumentale mausoleo di Qin Shi Huangdi, primo imperatore della Cina, per proteggerlo nell’aldilà come un’armata immortale, chiuso dopo la morte del sovrano e ad oggi ancora inviolato. Nel 1987 i guerrieri di terracotta sono entrati a far parte della lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e oggi rappresentano il simbolo della nazione cinese.

I Giganti di Mont’e Prama
Le meravigliose statue dei giganti nuragici, ritrovate spezzate in numerosi frammenti in connessione a una vasta necropoli costituita attualmente da oltre 150 sepolture, sono tornate alla luce dopo un “sonno” durato circa 2800 anni per raccontare la loro storia millenaria che parla di una Sardegna protagonista del mondo allora conosciuto. Quello che molti non sanno è che le leggendarie statue sarde detengono, fino a prova contraria, un primato davvero rilevante.
La loro datazione – secondo gli studi dell’archeologo Giovanni Lilliu – oscilla fra il XIII e il IX secolo avanti Cristo. Solo alcune statue della Grecia e dell’Antico Egitto possono vantare una datazione precedente nel bacino del Mediterraneo. Questo dato fa dei colossi del Sinis le statue più antiche del mar Mediterraneo occidentale.

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