Marilena Motzo, l’artista 77enne che ha ridato vita all’ulivo di Cuglieri devastato dalle fiamme

Chi non ricorda l’ulivo millenario che a Cuglieri, un anno fa, venne avvolto dalle fiamme e annerito dai fumi? Ecco, l’artista 77enne Marilena Motzo è riuscita a dargli nuova vita tramite l’arte, sua cara amica da sempre
Non c’è miracolo più spettacolare della natura che, maltrattata e violata, riesce a rinascere dalle proprie ceneri, proprio come le fenici, e l’artista Marilena Motzo, 77enne originaria di Cabras ma a Cagliari da decenni, è riuscita a farlo accadere.
Chi non ricorda l’ulivo millenario che a Cuglieri, un anno fa, venne avvolto dalle fiamme e annerito dai fumi? Ecco, la donna – nota per acquarelli, ceramiche e legni bruciati con mosaici a impreziosire – è riuscita a dargli nuova vita tramite l’arte, sua cara amica da sempre.
«Lavoro ai legni bruciati con mosaico da una decina d’anni. Quando ho sentito dell’ulivo millenario ho pensato subito che fosse una tragedia. Mi metteva un’immensa tristezza vedere quell’albero rigoglioso, che sopravviveva ai secoli, annientato, sebbene per fortuna le radici si siano salvate. Ho avuto l’idea di dargli nuova vita tramite il mio lavoro. Ho scelto il legno – che deve sempre essere vecchio – e creato le screpolature, poi l’ho bruciato con una tecnica complessa. Il mosaico? Rappresenta la vita che rinasce dal nero.»
L’opera della ripartenza dopo la devastazione si chiama “La speranza dopo l’incendio” ed è un legno con mosaico realizzato con tessere veneziane, murrine, vetri e frammenti di ceramica, foglia e pasta d’oro.
La passione per questo mondo fa capolino nella vita della Motzo molto presto. Viene notata alle medie, quindi si iscrive al Liceo Artistico di Cagliari per poi conseguire l’abilitazione in Disegno e Storia dell’Arte a Roma.
Ma, insieme al dare vita, altro grande amore dell’artista è l’insegnamento: è con i suoi alunni che riesce a spostarsi dal suo punto di partenza, l’acquerello, per scoprire altri lidi… lidi che la porteranno a farsi un nome, appunto, nel mondo di altre tecniche, tra cui anche la ceramica e il mosaico.
«L’insegnamento è capitato,» racconta «ho iniziato per fare un favore. Serviva un’insegnante di Storia dell’Arte e io andai. Da allora, mi sono innamorata anche di questo mestiere. I miei alunni avevano bisogno di me, così come io avevo bisogno di loro. Abbiamo imparato tanto, creato tanto e ci siamo sempre spinti oltre.»
Per dieci anni, dirige anche una scuola di disegno – con forno annesso – per adulti e piccini. Insomma, insegnare è la sua vocazione. Con la professoressa Motzo, molti si appassionano a questo mondo che mette l’immaginazione, la fantasia e la tecnica al centro.
«I miei alunni dipinsero due classi che avevano i muri imbrattati. Ma un episodio, tra tanti, mi è rimasto nel cuore: io e i compagni di classe realizzammo per un mio studente non vedente un libro in rilievo che raccontava tutto il mondo dell’arte, dalle caverne al Novecento. Quando questo ragazzo, felicissimo, portò per l’esame di maturità proprio Storia dell’Arte il mio cuore si riempì di gioia. Il mio rapporto con loro? Sempre bellissimo. Ogni tanto, ancora oggi, mi cercano su Instagram chiedendomi se mi ricordo di loro… Certo che sì!»
E, quando si parla dei sentimenti che accompagnano la creazione di una nuova opera, la Motzo – che venne scelta dalla rivista Art Now per esporre al Carrousel du Luvre proprio con l’opera “La speranza dopo l’incendio” – è perentoria: «Alcuni mi propongono di fare yoga per rilassarmi, ma per me rilassarmi è lavorare a un nuovo progetto. Non penso a nulla, tutto scompare.»

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