All’ospedale di Lanusei manca il pediatra, giovane mamma con bimbo di 9 mesi trasferita d’urgenza a Nuoro: la testimonianza

All’ospedale di Lanusei manca il pediatra, giovane mamma con bimbo di 9 mesi trasferita d’urgenza a Nuoro: la testimonianza
Che la carenza di medici specializzati presso il presidio lanuseino Nostra Signora della Mercede stia mettendo in seria difficoltà l’intera Ogliastra non è certo un mistero. Avere un ospedale sotto casa ma doversi spostare a Nuoro per questa scarsità è per molti motivo di rabbia e sofferenza.
Un’accorata testimonianza arriva da una giovane mamma lanuseina che, nella giornata del primo ottobre, ha vissuto un’esperienza incresciosa.
«Mio figlio di nove mesi era in deficit respiratorio, aveva un brutto affanno e, senza sentire il medico di famiglia, ho pensato che la strada migliore fosse portarlo al Pronto Soccorso. Dopo una veloce visita di un medico non specializzato in pediatria, è stata presa la decisione di essere trasferiti a Nuoro con urgenza, in ambulanza. Una volta lì, nonostante non fossero stati avvisati del nostro arrivo, ci hanno accolti e hanno ovviamente visitato il bambino.»
All’inizio, la giovane mamma e il suo piccolo sarebbero dovuti stare per giorni a Nuoro, ricoverati, ma poi la sera – dopo aver stabilizzato il bimbo – sono arrivate le dimissioni. Questo non ha però sedato la frustrazione.
«Sono una persona sempre ottimista, positiva, quindi da un lato sono felice di avere un presidio attrezzato a un’ora di distanza, ma dall’altro… be’, ho l’ospedale sotto casa. Dover essere trasferita d’urgenza, con ancora qualche restrizione della pandemia che non mi ha concesso in un momento così angosciante la vicinanza del mio compagno e con un bimbo molto piccolo in sofferenza, è stato davvero terribile.»
«Sarebbe bello» conclude la giovane «che chi di dovere si metta d’impegno per non far mancare i reparti importanti, quelli di cui non si può fare a meno. I bambini poi, fragili, vanno sempre protetti. Io e il mio compagno abitavamo in Francia, poi quando sono rimasta incinta è arrivata la decisione di tornare: volevamo che nostro figlio crescesse qui, in questa comunità. Ma mentirei se dicessi che la mancanza di servizi non ha un ruolo enorme nello spopolamento: di sicuro situazioni come questa non invogliano a restare.»

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