Accadde oggi: il 17 ottobre 2006 ci lasciava Andrea Parodi. Una voce unica e inconfondibile
«Vorrei assaggiare a primavera le fragole che ho piantato». Andrea Parodi era già malato, il tumore allo stomaco gli aveva già aggredito il fegato e la sua fine era già scritta, ma neanche il cancro era riuscito a spegnere la
«Vorrei assaggiare a primavera le fragole che ho piantato». Andrea Parodi era già malato, il tumore allo stomaco gli aveva già aggredito il fegato e la sua fine era già scritta, ma neanche il cancro era riuscito a spegnere la sua curiosità. Nella sua ultima intervista, Parodi parlava ancora di futuro, delle fragole. Fissava concerti, perché quando cantava stava bene, diceva. Quelle fragole Andrea non riuscì mai ad assaggiarle. Il 17 ottobre, a meno di un mese dal suo indimenticabile ultimo concerto all’Anfiteatro di Cagliari, all’alba, il cantante si spegneva, lasciando in eredità all’Isola la sua voce unica.
Il grande pubblico lo scopre con i Tazenda. In compagnia di Gino Marielli e Gigi Camedda conosce la notorietà, e in tutta Italia la voce di quel ragazzo con il volto magro e i lunghi capelli neri lascia tutti a bocca aperta. Una cosa mai sentita prima, non ci si può non accorgere di lui. Nel 1990 collabora con Fabrizio De André nell’album capolavoro “Nuvole”, e l’anno dopo un altro gigante della musica italiana, Pierangelo Bertoli, li vuole con lui sul palco di Sanremo dove si presentano con “Spunta la luna dal monte”.
Ma una voce come la sua è destinata a brillare anche da sola: dal 1997 inizia la carriera solista ed è un successo sempre crescente. Collaborazioni internazionali, premi e riconoscimenti. La sua voce diventa “La” voce di “No potho reposare“, poesia in musica, che dopo anni dalla versione di Maria Carta, riceve in dono la magia della voce di Parodi.
Poi quella malattia maledetta, contro la quale ha lottato fino all’ultimo istante, senza mai smettere di cantare e scrivere canzoni. L’ultimo concerto, quello di Cagliari, lo portò avanti con la morfina in tasca. Chiuse la serata con “No potho reposare”, con sua moglie Valentina sul palco, in una dichiarazione d’amore struggente con il sorriso e con estrema dolcezza. Le ultime note, gli applausi, e un arrivederci ai prossimi concerti, «Arrivederci – disse al pubblico – magari con un prossimo figlio».
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